Il paese va verso un mini lockdown. Questa mattina è prevista la decisione. Il sindaco Francesco Sgroi e il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci si parleranno al telefono e dal colloquio scaturirà l’eventuale provvedimento. Per il sindaco Sgroi, infatti, la scelta di imporre misure più restrittive per limitare il contagio dal coronavirus nella cittadina medievale è inevitabile. Così inevitabile da convincerlo ieri sera alle 22.30 a firmare l’ordinanza di sospensione del mercato domenicale. «Troppo rischioso – afferma Sgroi – far arrivare i mercanti e popolare l’area del mercato di gente. Abbiamo atteso fino a tarda sera l’ordinanza del presidente della Regione che intende chiarire nel dettaglio con me quale è la situazione epidemiologica di Randazzo. Oggi si prenderà una decisione». Tutto questo perché Randazzo ieri ha registrato un’impennata nei contagi. Venerdì i dati ufficiali indicavano che i positivi erano 66, mentre ieri sono aumentati a 97. Un incremento di 31 casi in un solo giorno che farebbe preoccupare chiunque.
Per questo il sindaco Sgroi ha riaperto il Coc (Centro operativo comunale) di Protezione civile e si è praticamente attaccato al telefono della segreteria tecnica dell’assessorato alla Salute, chiedendo all’assessore regionale Ruggero Razza e al presidente Nello Musumeci, misure più restrittive per contenere la diffusione del virus. «È andata proprio così – conferma –Sono stato io, dopo essermi consultato con il direttore sanitario del distretto, il dott. Antonio Salanitri, e dopo aver visto con i miei occhi la curva dei contagi salire prepotentemente in appena 24 ore, a chiedere alla Regione di cambiare strategia e di adottare provvedimenti drastici e restrittivi. Non possiamo più lasciare al senso di responsabilità della gente, che Randazzo ha dimostrato con risultati alterni, la salvaguardia della salute pubblica. Dobbiamo imporre regole più rigide anche a costo di limitare la libertà di ognuno di noi. La salute per me ha sempre la priorità». E la Regione siciliana lo ha ascoltato. L’ipotesi era quella di una sorta di mini lockdown mirato a limitare la circolazione e l’espletamento di tutte quelle attività quotidiane che possono provocare contatti fra le persone e quindi favorire il contagio.
Poi intorno le 22.15, la telefonata al sindaco da parte dell’ufficio di Gabinetto del presidente Musumeci che annunciava il rinvio ad oggi della decisione finale. «Ringrazio il presidente Musumeci e l’assessore Razza per l’attenzione dedicata – conferma Sgroi – Oggi decideremo cosa è meglio per Randazzo». Intanto la preoccupazione in paese cresce. Randazzo è il Comune con più casi covid della provincia in rapporto agli abitanti, quasi undicimila: «A Randazzo si è verificata una vera e propria corsa ad effettuare il tampone rapido nei laboratori privati – spiega il sindaco Sgroi – In migliaia, con grande senso di responsabilità, si sono sottoposti al test, facendo emergere il dato che oggi ci preoccupa. Non mi pare però che negli altri Comuni anche vicini si siano processati così tanti tamponi. E se non si fanno i tamponi non emergono i contagiati asintomatici che sono la stragrande maggioranza anche a Randazzo. Ed allora mi domando: qual è la situazione reale nella provincia?» Poi conclude: «Chiederò alla Regione, di sottoporre a tampone l’intera popolazione randazzese. Solo così potremmo avere la mappa completa del contagio. Uno screening totale ci darà la certezza di poter isolare i positivi». Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 18-10-2020