È una città ferita quella che ieri mattino si è svegliata dopo la notizia del primo deceduto a causa del covid. Un dolore infinito, cupo e tetro che ha avvolto tutti ed in particolare la famiglia che non ha neanche potuto rivolgere l’ultimo saluto al proprio caro, uscito da casa per andare in ospedale e direttamente portato in obitorio al cimitero. Ma è purtroppo il protocollo che va accettato anche se aggiunge dolore al dolore. Ed anche ieri i contagi sono aumentati. Non così tanto però rispetto ai giorni scorsi. Mercoledì erano 130, ieri 137. Sette in più, ma se pensiamo che la penultima rilevazione ha evidenziato un aumento di 33 casi oggi possiamo dire che poteva andar peggio. Il sindaco Francesco Sgroi, infatti, afferma: «I casi in più sono familiari di persone già contagiate. Il fenomeno appare sotto controllo. Non registriamo nuovi focolai e questo ci dà speranza anche perché so di persone già guarite che sono ancora presenti nei data base. Da domani il numero dei contagiati potrebbe scendere».
Si spera, dunque, anche per la guarigione dei 5 contagiati cui è stato necessario il ricovero in ospedale. Poi il sindaco continua: «Conosco persone che sono state fra le prime ad essere contagiate e che nonostante sia passato quasi un mese risultano ancora positivi al tampone. Queste persone sono sempre state asintomatiche. Ecco l’importanza della zona rossa. Possono essere in tanti che privi di sintomi, senza rendersene conto, continuano ad andare in giro e purtroppo a contagiare. Le restrizioni eviteranno il contagio». Zona rossa che purtroppo comincia a creare problemi di natura economica. Da alcuni commercianti, infatti, è giunto un vero e proprio grido di allarme. Sono coloro che, nonostante i loro negozi siano rimasti aperti, hanno avuto un forte calo nelle vendite. Per tutti parla Rosaria Agostino, del panificio “Maria del Carmelo”: «Noi lavoriamo tantissimo con clienti forestieri e con i ristoranti – ci spiega – I primi giustamente non possono entrare in paese, i secondi non stanno lavorando. In pratica ieri ho chiuso con appena 100 euro di cassa e in questo panificio lavoriamo in 8. Mi auguro, prima di tutto per la salute, che si torni presto alla normalità, ma se le restrizioni dovessero continuare saremo costretti a chiudere. Ed io vendo un bene di prima necessità, pensate ai commercianti di tutti gli altri settori merceologici. In molti mi dicono che nei loro negozi non entra nessuno, ed è normale visto la limitazione nei movimenti. A costoro chi ci pensa? Intendiamoci – ci tiene a precisare – lungi da ogni forma di coinvolgimento in dibattiti politici che non mi interessano. Qui puntiamo solo al bene di una categoria. Mi rendo conto – continua – della necessita dell’istituzione della zona rossa, ma lo Stato che ha giustamente pensato alle persone meno abbienti e ad incrementare lo stipendio dei dipendenti rimasti al lavoro, deve pensare pure a noi. Chiediamo anche noi di poter accedere a dei sussidi, ottenendo magari lo sgravio anche delle tasse comunali, in questo momento un fardello insostenibile».
«Bisogna distinguere – replica il sindaco Sgroi – Se il grido di allarme proviene da quel commerciante che realmente sbarca il lunario sono d’accordo. Se proviene da quella categoria che notoriamente sta bene al punto da possedere diverse unità immobiliari di valore, non credo sia giusto che chiedano sussidi. Le istituzioni come il Comune devono pensare ai più deboli, ed io per coloro che vivendo alla giornata non possono andare a lavorare ho già previsto un sussidio. Questo sussidio potrebbe essere allargato anche a quelle partite Iva realmente in difficoltà. A tutti gli altri, che magari oggi non vendono ma che stanno bene o hanno la possibilità di recuperare in futuro, chiedo solidarietà e buon senso. Il momento è veramente difficile». Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 23-10-2020