«Aumentare la capacità di invaso e di conseguenza le riserve irrigue per gli agricoltori di Bronte e dell’intera Valle del Simeto, fino alla Piana di Catania». È quanto ha chiesto alla Regione siciliana il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, pensando a tutte le coltivazioni agricole d’eccellenza che si producono sulle sponde del fiume. Per farlo però è necessario creare le condizioni per approvvigionare milioni di metri cubi d’acqua ed allora bisogna “rispolverare” un vecchio progetto che, pur utile, ambizioso e risolutivo, non è mai stato realizzato. Bisogna costruire la diga di Bolo. «Assolutamente sì – ci dice Firrarello – È arrivato il momento di ripensare in grande per risolvere i problemi di chi con grande merito e dedizione valorizza il territorio rurale e l’economia agricola con prodotti agricoli di eccellenza. «Bronte – continua – ma anche gli altri Comuni che si affacciano al fiume, vantano produzioni di pere e pesche di sicuro valore che sono ricercate ed apprezzate dai mercati. «Noi abbiamo l’obbligo di salvaguardare le produzioni, l’economia ed il lavoro che ne deriva, fornendo le giuste infrastrutture.
E poi il progetto già c’è – ribadisce – Lo ha completato nel 2006 l’ex Consorzio di Bonifica di Catania. I costi da sostenere sarebbero ampiamente giustificati dai benefici che l’intera valle ne trarrebbe. «Ma – prosegue il sindaco – Vi immaginate una diga in grado di dominare con la gravità tutto il territorio? Sarebbe una grande ricchezza». E così, senza perder tempo, Firrarello ha scritto al presidente Nello Musumeci, al presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, ed agli assessori regionali Salvatore Cordaro e Marco Falcone una lettera che già dall’oggetto non lascia dubbi: «Richiesta – si legge – di realizzazione della Diga di Bolo nel territorio di Bronte». Una richiesta argomentata anche dal fatto che il territorio «chiede funzionali strutture irrigue per soddisfare le colture agricole» e che «non è più possibile rimandare la realizzazione della diga in contrada Bolo, nella parte alta del Simeto. Un progetto –si continua a leggere – non nuovo nelle idee di sviluppo di questa Regione che, inspiegabilmente, non è mai stato realizzato».
Per il territorio della valle del Simeto certamente una bella notizia. Le sponde del fiume sono realmente caratterizzare da rigogliose coltivazioni agricole che contraddistinguono l’economia dei Comuni di Bronte e Maniace, ma anche di tutti i paesi a valle del fiume. «Seguirò la vicenda a Palermo. – conclude Firrarello – La diga di Bolo non solo attutirebbe gli effetti dannosi della siccità in agricoltura in questo territorio, ma potrebbe essere utilizzata anche per altri scopi». Fonte “La Sicilia” del 06-11-2020