È stata dichiarata “zona rossa”, ma al momento è cambiato ben poco, tranne il numero dei contagi che da metà ottobre cresce di giorno in giorno. In tanti aspettavano l’esercito, come avvenuto a Randazzo, ma gli unici controlli nel primo giorno sono stati fatti dagli uomini della locale Stazione dei Carabinieri, sembra da disposizione della Prefettura, che non prevede controlli fissi, ma pattuglie in giro. Due piccoli comuni, Cesarò e San Teodoro, che dalle 14 di domenica scorsa e fino alla mezzanotte del 15 novembre saranno chiusi per evitare il propagarsi di altri contagi. La situazione è tranquilla, le strade sono vuote e la gente resta in casa. In primis perché i contagi hanno interessato molte famiglie, e dunque tra quarantene fiduciarie e isolamenti in pochi possono uscire. Ma il primo giorno di divieti è andato via con pochi controlli e una situazione tutt’altro che semplice. «Il problema principale è la mancanza di ossigeno – ci dice Katia Ceraldi – Ho telefonato io stessa alla farmacia locale e il dottore mi ha detto che, nonostante le molte richieste, l’ossigeno non arriva in quantità tale da garantire il fabbisogno aumentato in questi giorni. Dispiace solo che da tempo avevo chiesto vincoli ristretti, ma è passato quasi un mese, speriamo bene».
«Molta gente che non dovrebbe uscire è in strada – ribatte Marco Leanza, soccorritore del 118 – In questi giorni abbiamo avuto un gran lavoro, con trasferimenti di pazienti Covid verso Biancavilla o addirittura Catania. In momenti in cui eravamo fuori, sono intervenute anche le ambulanze di Capizzi e Randazzo, sempre per pazienti da trasferire in ospedale». «Ci avevano detto che avremmo avuto un presidio continuato dell’Usca – dichiara Valentina Costantino, sindaco di San Teodoro – ma oggi ancora non c’è, nonostante fosse scritto nella stessa ordinanza del presidente della Regione, così come lo screening alla popolazione, di cui ancora siamo in attesa». LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 10-11-2020