Diventano allarmanti i numeri del covid. E non solo per i contagiati o per la gente in isolamento. Cominciano ad essere tanti anche i deceduti. Ben 14 a leggere un post sui social pubblicato ieri dal sindaco Pino Firrarello, che nel dare i dati della curva del contagio malinconicamente non ha potuto far altro che informare la città sui decessi. «Nell’allineamento dei dati tra l’attività di screening portata avanti dall’Usca ed i nostri Uffici – afferma il sindaco dalla stanza dove sta trascorrendo la quarantena, essendo anch’egli risultato positivo al covid – risultano ad oggi 359 positivi, di cui 5 ricoverati, mentre 628 sono i concittadini posti in isolamento fiduciario. Se possiamo gioire per i 51 brontesi che si sono ristabiliti, registriamo 14 defunti positivi al Covid dall’inizio della pandemia: ci stringiamo in preghiera attorno al dolore delle famiglie, con il cuore colmo di tristezza. «Abbiamo – continua – chiesto alle Autorità sanitarie particolare attenzione per le nostre “Residenze per anziani” messe alla prova da questo terribile mostro. Faremo, inoltre, quanto necessario affinché gli eroi che stanno affrontando questa battaglia, operatori e residenti, possano presto guarire e tornare alla normalità».
E 14 morti sono tanti se consideriamo che il primo è stato segnalato l’8 novembre e che fino a venerdì 13 erano appena in 4 ad aver perso la vita. Dal 14 novembre a ieri sono morte 10 persone . Non abbiamo il dato esatto sull’età di ognuno di loro. Dal Comune ci dicono che si trattava di persone particolarmente anziane che già soffrivano per altre patologie. Alcuni di loro sono morti in ospedale, altri in casa essendo pazienti oncologici e 4 nella casa di riposo, come ci conferma la direttrice della Casa di riposo San Vincenzo De Paoli, dottoressa Tiziana Tardo anch’essa contagiata dal covid 19. «Abbiamo avuto 4 decessi – ci dice infatti – In questo momento i positivi sono 37. La situazione è pesante anche perché dei 4 infermieri in 3 sono stati contagiati ed attualmente una sola infermiera, con tutte le precauzioni e difficoltà del caso, sta cercando di garantire assistenza ai nonnini. Inoltre il personale ausiliario sta moltiplicando i turni nel tentativo di non far mancare nulla agli anziani che ricordo si trovano in un edificio molto più grande. Sono stati, infatti, giustamente divisi nel tentativo di preservarli». La dottoressa Tardo dice che gli anziani positivi sono controllati 3 volte al giorno. «La maggior parte dei nonnini positivi –continua –ha superato la fase della febbre. Tendono però ad alimentarsi un po’ meno. E questo, secondo quanto ci è stato detto dai medici, può essere causato dalla perdita del gusto e dell’olfatto, ma anche della malattia. Gli anziani negativi invece – conclude – stanno vivendo una condizione surreale».
E la preoccupazione è tanta anche fra le famiglie che sanno che i propri cari si trovano nella casa di riposo, ma non possono andare a trovarli: «Mia madre di 82 anni è stata fra le prime a contagiarsi – di dice Mario Longhitano – Oggi le sue condizioni sembrano buone. Ancora ho in mente la telefonata che mi ha avvertito che mia madre aveva 38 gradi di febbre. Poi fortunatamente dopo qualche ora la temperatura, con la Tachipirina, si è abbassata e la saturazione è stata sempre sufficiente. Nonostante ciò la preoccupazione è tanta. Solo quando mi diranno che si è negativizzata mi sentirò meglio. L’unico conforto è aver avuto la prova che nella casa di riposo fanno il possibile per aiutare tutti. Per questo permettetemi di rivolgere un elogio a chi con sacrificio va ad assistere gli anziani con il covid» Fonte “La Sicilia” del 18-11-2020
Sicuramente i lavoratori sanitari vanno elogiati in questo momento difficile . Spero si spenga il focolaio in quella stuttura.
poveri anzianetti, non ci voleva completamente il focolaio.