L’idea di realizzare la diga di Bolo sul fiume Simeto a servizio non solo dei frutteti di Bronte, proposta dal sindaco Pino Firrarello, ottiene un importante sì. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, dopo aver ascoltato più volte il sindaco, ha deciso di sostenere l’iniziativa, inserendola fra le opere di interesse regionale. A darne conferma è lo stesso Pino Firrarello, certo che quest’opera, di cui si parla ormai da decenni, possa essere utile all’intero territorio, bello e ridente dal punto di vista agricolo, ma secco e desideroso d’acqua in estate, quando le temperature si fanno afose. «Il presidente Musumeci – afferma il sindaco – mi ha confermato che la realizzazione della diga di Bolo verrà inserita fra le opere da segnalare a Roma per essere finanziate con le risorse destinate all’ambiente e alle risorse idriche. Questo – continua – ci dà la speranza affinché questo progetto possa riprendere quel vigore che ha avuto in passato, ovvero fino a quando il ministro Antonio Di Pietro, in maniera certamente sconsiderata ha deciso di definanziarlo, provocando un grave danno all’economia agricola di questa terra». E che si tratti di un’opera importante, lo si capisce dalle stime dei costi. L’opera dovrebbe costare non meno di 250 milioni di euro, costi comunque giustificati dai risultati. Sarebbe, infatti, capace di conservare per l’estate qualcosa come 95 milioni di metri cubi d’acqua. Pensate che la diga di Ancipa a Troina ha una capacità d’invaso di appena 30 milioni di metri cubi di acqua e “disseta” 13 Comuni dell’Ennese e diversi del Catanese. «Per questo ci conto – aggiunge Firrarello –. La diga sarà capace di provocare sviluppo sociale, economico e, perché no, anche turistico. Oggi per realizzare una diga non è più necessario costruire enormi muri in cemento armato, ci sono materiali ecocompatibili e dal basso impatto ambientale, L’intera vallata ne trarrebbe beneficio, fino alla Piana di Catania.
Ovviamente il vecchio progetto completato nel 2006 dall’ex Consorzio di Bonifica di Catania deve essere rivisitato alla luce delle nuove normative e delle attuali esigenze». Ed il territorio al sì del presidente Musumeci ha esultato. Le sponde del fiume Simeto, infatti, sono caratterizzare da rigogliose coltivazioni agricole che contraddistinguono l’economia di Bronte e Maniace, ma anche di tutti i paesi a valle. Sono tanti gli imprenditori e le aziende che traggono da questo produzioni reddito e sperano che lo Stato o la Regione risolva il problema irriguo e mitighi la furia del fiume che in alcuni periodi dell’anno è così forte da inondare i frutteti. «Il mio lavoro non è certo finito – conclude Firrarello – continuerò a seguire l’iter sia a Palermo, sia a Roma». Fonte “La Sicilia” del 22-11-2020