Randazzo ieri ha pianto un’altra vittima del Covid. Si tratta di un uomo di 69 anni cui non è bastato il ricovero in ospedale. La malattia purtroppo è stata più forte a dimostrazione che il Covid 19 è il virus delle differenze: la maggior parte dei contagiati supera la malattia senza sintomi, mentre per alcuni è fatale. «Per questo non dobbiamo abbassare la guardia – continua a ribadire il sindaco Francesco Sgroi – dobbiamo sì cercare di vivere il periodo che ci avvicina al Natale, ma dobbiamo farlo sapendo che la priorità oggi è proteggersi dalla pandemia. Ogni precauzione quindi non è superflua e ogni superficialità può provocare il contagio. Permettetemi – conclude – di rivolgere le condoglianze alla famiglia e a tutte le famiglie dei nostri concittadini che per colpa di questo virus non ci sono più». Ma ieri non solo un deceduto, anche un nuovo contagio. Fino al tardo pomeriggio i dati ufficiali dell’Asp dicevano che i contagiati erano 94, poi in serata sono diventati 95. «Per gli amanti delle statistiche – continua Sgroi – un caso in più può non contare nulla. Ma parliamo di un essere umano. E la vita come la salute è la cosa più preziosa che abbiamo. Certo, possiamo dire che la curva del contagio a Randazzo è stabile, ma il nuovo contagio ci fa capire che il virus è presente e può colpire. Auguriamoci che questo nostro concittadino e gli altri 94 possano presto guarire».
E che il Covid sia presente nell’area nord etnea lo dimostra che a Maletto i contagiati sono 95, a Maniace addirittura 58, mentre nella Bronte uscita da poco dalla zona rossa ben 247. Dato quello brontese in netta discesa se pensiamo che l’ultima rilevazione diceva che i dati erano 388. Un calo che si spiega in due modi: il primo perché in tanti, dopo che il tampone è risultato negativo, hanno ricevuto l’atteso decreto di fine isolamento, il secondo perché i Comuni spesso a causa dell’enorme e infaticabile lavoro non ricevono i dati aggiornati. Intanto a Bronte i 450 genitori che hanno richiesto alla Regione di far continuare i propri figli con la Dad almeno fino alle vacanze di Natale chiedono una risposta: «L’assessore Lagalla – ci dice l’avv. Gullotta – ha riscontrato la nostra richiesta e ha chiesto un parere all’Usr. Siamo in attesa di conoscerne l’esito. Nel frattempo io non manderò i miei figli in classe». Fonte “La Sicilia” del 08-12-2020