L’associazione Aiace e il sindacato Nursind segnalano che l’ospedale di Bronte al momento non sarebbe stato «individuato come punto vaccinale anti covid 19», ma l’Asp di Catania tranquillizza tutti, assicurando che anche nel “Castiglione Prestianni” si potrà effettuare il vaccino. Tutto è nato quando l’avv. Giuseppe Gullotta dell’associazione consumatori “Aiace” e Salvatore Tirendi del sindacato degli infermieri “Nursind” hanno inviato una lettera ai sindaci dei sei Comuni serviti dall’ospedale brontese. «Notizie di stampa di qualche giorno fa – si legge nella lettera – affermano inspiegabilmente, che l’ospedale del nostro comprensorio, allo stato attuale, non è stato individuato come punto vaccinale anti covid-19. Nella provincia di Catania (sempre secondo le medesime fonti giornalistiche), sono stati individuati gli ospedali di Paternò, Caltagirone e Giarre: questa decisione da parte delle competenti autorità dovrebbe essere rivista! L’ospedale di Bronte va riconosciuto quale punto di vaccinazione». L’Asp però tranquillizza tutti, assicurando che l’individuazione degli ospedali di Caltagirone, Giarre e Paternò è limitata esclusivamente alla prima fase e che successivamente anche Bronte sarà punto vaccinale.
«Come previsto dalle disposizioni ministeriali e assessoriali, – spiegano dall’Azienda sanitaria provinciale – in questa fase, il vaccino sarà somministrato agli operatori sanitari e, successivamente, agli ospiti e agli operatori delle Rsa e dei Centri residenziali per anziani. «Per l’Asp di Catania, in questo primo step, le vaccinazioni saranno effettuate nei tre punti di vaccinazione ospedaliera individuati adesso nei presidi di Caltagirone, Giarre e Paternò, anche perché dotati di congelatori a -80° per l’appropriata conservazione dei vaccini. «A questi Punti, a partire dal 4 gennaio – continuano – gradualmente, se ne aggiungeranno altri, nei presidi ospedalieri aziendali e nei distretti sanitari, per raggiungere il numero di 40 Punti vaccinazione, oltre a 30 postazioni mobili per le vaccinazioni nelle Rsa e nei Centri residenziali per anziani, in modo da garantire una capillare copertura e il più alto numero possibile di vaccinazioni». L. S. Fonte “La Sicilia” del 31-12-2020