Ancora proteste a Cesarò e S. Teodoro per i costi relativi ai consumi idrici. Un inizio anno davvero pesante per gli abitanti dei due comuni che si stanno vedendo recapitare le bollette per il consumo dell’acqua potabile, periodo 26 ottobre-31 dicembre 2018 oltre, naturalmente, a tutti gli altri balzelli comunali. Ma le rimostranze maggiori dei cittadini sono per quelle dell’a cqua, il cui aumento è veramente alto. Cesarò e San Teodoro, infatti, sono serviti dall’acquedotto di Maniace sito a circa 10 km di distanza che, fino al 25 ottobre 2018, è stato gestito dall’Eas (Ente acquedotti siciliani). Da quella data, in forza della legge 16/2017 tutti comuni dell’Isola, i cui acquedotti erano dell’Eas sono stati obbligati ad assumerne la gestione. L’art. 4 della legge, infatti, stabiliva che entro 30 giorni dall’entrata in vigore della norma l’Eas doveva consegnare i manufatti. In un primo momento tutti i comuni si sono rifiutati e la Regione ha nominato dei commissari che hanno obbligato gli enti a farsi carico delle strutture idriche. Alcuni Comuni si sono rivolti al Tar che ha sospeso l’ordinanza regionale. Altri, come Cesarò e San Teodoro, non l’hanno fatto. Ora l’acquedotto di Maniace è alimentato da due grossi motori elettrici che pompano l’acqua e la immettono nelle condotte. Proprio il costo dell’energia elettrica per il funzionamento dei due motori, che si aggira sui 25mila euro al mese pari a 300mila euro l’anno, costituisce il surplus che viene spalmato sulle utenze che prima con l’Eas non veniva fatturato.
Questa somma viene divisa per il 62,6% sulle 1320 utenze di Cesarò e per il 37,4% sulle 789 utenze di San Teodoro. Il piano economico è stato predisposto dall’autorità di regolazione per l’energia reti e ambienti (Arera). Una bella batosta che pesa notevolmente sui bilanci delle famiglie che, in un periodo come questo gravato dall’emergenza sanitaria, non fa che rendere più pesante la situazione. GIUSEPPE LEANZA Fonte “La Sicilia” del 17-01-2021