È un altro tassello da collocare, per conoscere ed approfondire l’aspetto storico-artistico di Randazzo, l’ultimo libro di don Santino Spartà. Il professore originario del luogo, che da anni vive a Roma, ancora una volta ha rivolto l’attenzione al borgo medievale con la monografia dal titolo “Parrocchia S. Martino in Randazzo” (La Voce dell’Jonio editrice), evidenziandone una delle sue manifestazioni più rappresentative dell’arte sacra. Un libro in cui la chiesa di San Martino vede ricostruite le sue fasi non soltanto dal punto di vista strettamente architettonico ma a partire dalla figura del Santo a cui essa è dedicata, per giungere alla devozione dei fedeli, agli arredi sacri da questi donati nel corso del tempo ed al percorso di pitture e sculture. Don Spartà riporta quanto rinvenuto dalle sue ricerche, condotte fra gli archivi parrocchiali e le pagine del Libro Rosso, un manoscritto del 1500 circa, da lui trascritto, e dialoga direttamente con l’arte, le propone le sue idee, riferisce i risultati di questo dialogo.
«Mi sono permesso di presentare ipotesi su qualche opera d’arte», dichiara già al lettore nella prefazione, non tardando poi a proporle, giacché nate dall’osservazione diretta dei manufatti, esplicate nelle disquisizioni sui materiali utilizzati per la loro realizzazione o sulla paternità ad essi conferita. «Ha impiegato un impasto di gesso, di cartapesta, di colla e di legno, come ho constatato personalmente, a distanza ravvicinata e per oltre trentacinque minuti», chiarisce, ad esempio, il giornalista sul Crocifisso della Pioggia. Un excursus lungo la fede che comunica sé stessa attraverso la bellezza dell’arte e il momento storico che l’ha prodotta. Rita Messina Fonte “La Sicilia” del 21-01-2021