L’annuncio del presidente Nello Musumeci sulla precisa volontà della Regione siciliana a realizzare la diga di Bolo, fa felici decine di agricoltori ed industriali catanesi che da tempo chiedono soluzioni alla siccità. E fa felice chi a Bronte ha creduto così tanto nel progetto, che in verità è vecchio di decenni, al punto da riproporlo alla Regione siciliana qualche mese fa. Il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, infatti sente il dovere di ringraziare Musumeci a nome dei tanti agricoltori catanesi e degli industriali che potrebbero trarre giovamento dal nuovo invaso. «Il presidente Musumeci ha proprio ragione – afferma Firrarello – il tema dell’acqua è prioritario. È assurdo che una terra come quella siciliana che d’estate soffre la sete, sia in grado di conservare e riutilizzare appena l’11% delle acque piovane. Ed è ancora più assurdo se pensiamo che sui Nebrodi, dove vogliamo realizzare la diga, l’acqua non manca mai. È indubbio che l’idea della diga di Bolo sia vincente, ma nonostante ciò, negli anni passati, non solo ho visto qualcuno snobbare il progetto, ma anche definanziarlo, come ha fatto l’allora ministro Antonio Di Pietro. Adesso – continua il sindaco Firrarello – grazie alla lungimiranza del presidente Musumeci, in qualità di commissario straordinario contro il dissesto idrogeologico e della sua Giunta di governo che hanno fatto propria la mia proposta, forse riusciremo a fare giustizia, garantendo un valido servizio alla gente». E che della diga di Bolo si parli da tempo, lo dimostra il fatto che una bozza di progetto c’é già: l’ha realizzato nel 2006 l’ex Consorzio di Bonifica di Catania. Questo prevede la realizzazione di un invaso sul fiume Troina (detto anche di Serravalle), affluente del fiume Simeto, con una capacità utile di circa 100 milioni di metri cubi esattamente in contrada Bolo.
Il nuovo bacino interesserebbe i territori delle province di Catania, Enna e Messina, toccando i Comuni di Bronte, Troina e Cesarò e dovrebbe contenere il triplo d’acqua che oggi riesce a contenere la diga di Ancipa. «Per questo – spiega Firrarello – potrebbe risolvere tanti problemi. L’idea è di canalizzare l’acqua fino al lago di Lentini che è servito dalle infrastrutture necessarie per dare acqua agli agricoltori ed al polo industriale di Catania. Certo – continua Firrarello – per ricavare il massimo beneficio non basta solo realizzare la diga, bisogna anche provvedere ad una robusta manutenzione dell’intera rete di distribuzione delle acque che da troppo tempo mostra notevoli criticità. L’acqua, con l’andare del tempo, diventerà sempre più un bene prezioso. Giusto realizzare quelle infrastrutture in grado di conservarla, altrettanto importante non disperderla inutilmente». Inoltre sono in tanti a credere che la diga di Bolo possa soddisfare diverse funzioni: «E come no! – conclude Firrarello – essendo uno dei bacini più grossi della Sicilia potrà servire ai fini potabili per la città di Catania che d’estate soffre la sete, ma anche idroelettrici oltre che, come detto, agricoli ed industriali. Realizziamola presto – conclude – l’intero territorio ne ha un forte bisogno». Fonte “La Sicilia” del 23-01-2021