Dopo le segnalazioni in diverse zone del Parco, soprattutto tra Ragalna e Santa Maria di Licodia, anche sulla zona di Randazzo, arrivano delle denunce su delle anomalie con mezzi a motore. Precisamente, parliamo della zona adiacente la Casermetta di Monte Spagnolo, un rifugio montano di proprietà del Comune di Randazzo ristrutturato qualche anno fa, sito in zona “B” del parco dell’Etna, cioè in una zona della riserva dove è vietato il transito dei veicoli a motore, se non per specifici casi. La segnalazione arriva da appassionati della montagna che, percorrendo la pista altomontana che dalle case Pirao porta a Monte Spagnolo, naturalmente a piedi, hanno visto delle tracce di mezzi a motore presenti sulla neve. Fin qui niente di strano, giustamente le tracce potevano essere segno del passaggio di mezzi della Forestale, che spesso pattuglia la zona, o di altri enti autorizzati come l’Ingv che spesso sale per dei rilievi o per controllare attrezzature e rilevatori. Ma la cosa strana, che ha insospettito gli escursionisti, è stato trovare la pista segnata da sbandate e derapate di mezzi a quattro ruote, auto o forse fuoristrada, proprio davanti la casermetta di Monte Spagnolo, un vero e proprio sfregio all’ambiente, e soprattutto ad una zona che dovrebbe essere tutelata e salvaguardata al massimo. Al momento non si conoscono gli autori di tale gesto, ma è necessario un maggior controllo, e soprattutto un riordino e un adeguamento del Corpo Forestale regionale, ormai ridotto all’osso e che spesso non ha gli uomini necessari al controllo di un territorio molto vasto.
Qualcosa sta cercando di fare il Parco dell’Etna, diretto dal presidente Carlo Caputo, che grazie a delle convenzioni con varie associazioni sta provando a contrastare alcune situazioni di degrado del Parco, come questa: «A vedere la foto il danno sembra minimo – dichiara Carlo Caputo, presidente del Parco dell’Etna – ma chi ama veramente la montagna sa che questo è uno sfregio ad un ambiente unico e particolare. Purtroppo l’ente non ha guardiaparchi ma stiamo cercando con l’aiuto di appassionati e associazioni di volontariato, che prestano gratuitamente la loro opera in cambio di piccoli rimborsi spese, di dare un supporto a Comuni e Forestale, per la tutela dei luoghi, e il rispetto del regolamento. Già molto è stato fatto nella localizzazione e rimozione di micro discariche, ma purtroppo c’è ancora molto da fare, e solo unendo le forze di tutti i componenti possiamo migliorare alcuni aspetti. Ribadisco che moto, quad e fuoristrada non possono entrare nel Parco, se non preventivamente autorizzati, e per motivi validi». Una situazione che nonostante l’attenzione, non migliora. Per questo è necessaria una maggiore sinergia. Fonte “La Sicilia” del 21-02-2021
Non ci vuole molto a capire che si tratta di operai forestali o loro parenti. È cosa nota che il bosco sia di loro proprietà, corrono con le macchine, vanno a funghi con le loro auto fino a riempire i cofani, danno chiavi dei cancelli ad amici e parenti. Addirittura alcuni caposquadra portano anche i turisti in giro per l’altomontana.