Ricorre domani il quarantennale di una delle pagine più tristi della storia della città. La lava dell’Etna minacciò il paese e distrusse una delle più fertili e floride zone agricole. Trenta milioni di metri cubi di lava cancellarono in un attimo una grossa fetta d’economia di un paese dedito alla viticoltura. Il 17 marzo alle ore 13,37 si aprì una frattura che si propagò verso valle fino a quota 1800 metri, da dove alle 18,55 iniziò l’e r u z i one. L’Etna cominciò ad eruttare fluidissima lava che in appena 12 ore coprì 6 chilometri, passando fortunatamente a metà strada fra Randazzo e della frazione di Montelaguardia, e interrompendo la Statale 120, le linee ferrate della Ferrovia Circumetnea e delle Fs, e la provinciale per Moio Alcantara. Il paese era salvo, ma continuò a tremare l’indomani. A quota 1.150 metri, alle 10,30 si aprì una seconda frattura che eruttò lava in direzione dell’abitato. Fortunatamente però questa percorse appena un chilometro, prima di fermarsi del tutto. Per molti randazzesi si trattò di un miracolo di San Giuseppe. Nel “Libro della cronistoria della parrocchia di San Martino”, l’indimenticato sacerdote Vincenzo La Rosa, infatti, scrive: «19 marzo 1981. Nel primo pomeriggio la statuetta di San Giuseppe viene portata in processione a braccio da alcuni giovani. La piccola immagine del Santo rimane a guardia sul tetto di una macchina di fronte al tremendo fuoco che continua a scendere. A sera si hanno notizie rassicuranti: la lava diminuisce d’intensità e la marcia si arresta addirittura. Da molti si grida al miracolo».
E domani il sindaco, Francesco Sgroi, ricorderà l’evento. «Renderemo omaggio alla statua di San Giuseppe – afferma – e poi alle 10.30, nei locali dell’ex cinema Moderno, daremo vita alla tavola rotonda dal titolo: “L’eruzione dell’Etna del 1981 nel territorio di Randazzo. Conoscenza scientifica, effetti sul paesaggio e attività di protezione civile”». Al dibattito, moderato dal dott. Gaetano Scarpignato, dopo i saluti del sindaco, dell’ing. Giuseppe Di Paola e del dott. Stefano Branca, gli interventi del dott. Alfio Ragaglia, di Giovanni Petrullo e di don Gabriele Aiola. Poi le relazioni dei dott. Mauro Coltelli, Salvatore Caffo e Antonio Torrisi e dell’arch. Aldo Meli. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 17-03-2021