Il colpo di scena non c’è stato, anzi i numeri in Consiglio comunale sono andati ben oltre “quota 15”, quelli necessari per approvare la mozione di sfiducia che ha determinato la decadenza del sindaco Angelo D’Agate e dei 24 consiglieri comunali. 18 in tutto i “sì” alla sfiducia al sindaco: ai 15 già annunciati e firmatari della mozione si sono aggiunti quelli dei due consiglieri comunali di Italia Viva, Massimo Zignale e Luigi Cancelliere, ma anche quello del consigliere Agatino Scardina, quest’ultimo uno dei cinque eletti nel 2018 nella coalizione a sostegno del sindaco. Il voto di Scardina, comunque non è stata una sorpresa, considerato che aveva recentemente dichiarato il suo voto favorevole. Hanno confermato quindi il loro voto alla sfiducia i 15 consiglieri promotori, che sono il presidente del Consiglio comunale, Aldo Primo, Carmelo Pellegriti, Agatino Perni, Paolo Politi, Federico Floresta, Maria Grazia Ingrassia, Angela Branchina, Salvatore Coco, Carmelo Santangelo, Samuele Avellino, Giuseppe Rapisarda, Angela Chiara, Gloria Stancampiano, Aurelio Verzì e Irene Cinardi. Cinque i consiglieri che hanno espresso la loro contrarietà alla mozione di sfiducia: Maria Gabriella Lucifora, Emanuele Pulvirenti, Carmelo Monteleone, Maria Grazia Politi e Rosario Caruso; si è astenuto solo il consigliere Orazio Toscano.
Da ieri, dunque, Adrano è senza sindaco e senza Consiglio comunale, a palazzo municipale, quindi, adesso si attende l’arrivo di un commissario straordinario. Il voto palese per appello nominale che ha sancito la decadenza degli organi istituzionali locali, è arrivato intorno alle 17 di ieri, dopo una maratona consiliare iniziata poco prima delle 11. Nell’aula consiliare non c’è stato il pubblico delle grandi occasioni solo per le restrizioni dovute alla pandemia, comunque è stato concesso l’ingresso a una cinquantina di persone, sedute a distanza. E’ stato il consigliere Pellegriti, ad avvio di seduta ad indicare l’importanza della riunione consiliare, «che resterà nella storia e che segnerà uno spartiacque» e in effetti la tensione in aula era palpabile e l’esito non è stato mai scontato per tutta la durata dei lavori. La svolta intorno alle 15, al rientro in aula il sindaco ha rivolto «l’ultimo appello» ai consiglieri per «affrontare insieme» atti importanti e li ha elencati. Invito che non è stato accolto e alla fine i “sì” alla sfiducia sono aumentati anziché diminuire, azzerando Amministrazione e Consiglio comunale. Salvo Sidoti Fonte “La Sicilia” del 29-03-2021