Il problema dei furti e dei danneggiamenti nelle campagne scoppia in tutta la sua drammaticità. A nulla sono serviti gli appelli del sindaco Francesco Sgroi, che chiedendo al ministero dell’Interno il finanziamento della videosorveglianza, in pratica ha posto attenzione al problema che da anni è causa di recinzioni tagliate, tetti incendiati e serrature scassinate nelle aree rurali, anche con casi eclatanti. I malviventi hanno agito ugualmente, per nulla intimoriti dall’attenzione posta sul problema. In un terreno di contrada Sciarone, di proprietà della signora Nunziata Franco, nella notte fra sabato e domenica scorsa, infatti, dei malviventi hanno estirpato ben 240 piantine appena poste a dimora: 120 di ulivo, 10 di frutta e un vigneto di ben 110 viti. Poi, oltre il muro di recinzione, hanno appiccato un fuoco e dato alle fiamme i pali che sostenevano le giovani piantine e forse le piante stesse. Ma non solo. Per entrare hanno danneggiato il cancello in ferro e provocato una serie di danni nella proprietà. Ad accorgersi dell’accaduto è stato il marito della proprietaria, Giuseppe Gullotto, che, recatosi in campagna domenica mattina, in un attimo ha visto svanire mesi e mesi di lavoro. Ci ha raccontato di essere andato via dal terreno l’ultima volta sabato sera intorno le 18.30. Di conseguenza chi ha agito ha avuto tutta la notte a disposizione. Del resto, per fare un “lavoro” simile ci vuole tempo e fatica: non si sradicano dal terreno 240 piante facilmente ed è probabile che ad agire sia stata una squadra di persone ben allenate.
Un atto che, a eccezione per l’incendio dei pali, è identico per modus operandi a quello avvenuto il 7 dicembre scorso, quando da un terreno in contrada Monticelli, sempre a Randazzo, qualcuno ha estirpato e portato via ben 56 piante di ulivo. Molte le similitudini poi fra i 2 episodi: più o meno la stessa zona e identiche condizioni del terreno dove i proprietari stavano iniziando rendere produttiva la terra. «Condanno duramente il gesto – ha affermato il sindaco Sgroi che non usa mezzi termini – non ci sono aggettivi dispregiativi che possano realmente qualificare i responsabili di tanta infamia. Se fino a ieri avevano un forte sospetto, adesso dobbiamo prendere dolorosamente atto di trovarci di fronte a un fenomeno più grave di quello che si creda. Queste azioni, infatti, scoraggiano gli investimenti nel territorio, creando un danno economico notevole, maggiore di quello che solo si possa immaginare».
Sugli episodi ovviamente stanno indagando i carabinieri. Nel frattempo il sindaco afferma: «Due le cose da fare subito: prima di tutto continuare a battersi per videosorvegliare il territorio. Poi studiare soluzioni che convincano i proprietari a non abbandonare i terreni. Per la videosorveglianza non escludo di chiedere udienza al Prefetto. Vedremo poi cosa è possibile fare affinché i proprietari abbiamo su queste terre stimolo a investire, senza farsi intimorire. Se l’intento di chi agisce è impedire lo sviluppo del territorio – conclude – noi dobbiamo creare le condizioni affinché non ci riescano». Fonte “La Sicilia” del 30-03-2021