Chi ama il bosco in questi mesi primaverili vorrebbe vederlo verde e rigoglioso. Purtroppo però per molte querce di Randazzo non è così. Gli alberi in diverse zone sono attaccati da un lepidottero che rapidamente distrugge le foglie. A lanciare l’allarme è il dott. Vincenzo Caruso, appassionato dell’ambiente e proprietario a Randazzo di un bosco di circa 10 ettari. «Anche quest’anno – infatti ci dice particolarmente allarmato – ed è la quarta volta consecutiva, i boschi intorno a Randazzo sono attaccati dalle larve di una piccola farfallina. Si tratta di un lepidottero defogliatore delle querce. L’infestazione avviene in primavera nel corso della fase di sviluppo dei germogli e il risultato è che le piante rimangono prive di foglie. Sembra che la specie di quercia più colpita sia la roverella». Il dott. Caruso ha già visto più volte le foglie delle proprie querce alte anche 10 metri divorate dal lepidottero e poi riprendere vigore. Sa anche però che l’azione del lepidottero certo non fa bene alle piante, che potrebbero anche appassire. Per questo chiede aiuto alle istituzioni. «Spero – infatti aggiunge – che la Forestale o la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali, intervengano per la cura delle piante. I bruchi, e parliamo di miliardi di esemplari, lasciano i rami con dei fili per raggiungere il terreno e dare corso alle diverse generazioni, esattamente come fanno le processionarie costituendo un danno anche alla salute generale. Ora – conclude – in questi periodi di Covid, appare irrilevante questa situazione, ma ogni danno all’ambiente, prima o dopo, ci ritorna e con gli interessi. Io – conclude – da solo non ho i mezzi per intervenire e poi l’infestazione è in tutta la contrada».
Ricevuta la segnalazione abbiamo contattato il responsabile del Corpo forestale della Regione, il colonnello Luca Ferlito: «Certo che la continua infestazione del lepidottero può compromettere la vita dell’albero – afferma – un tempo, ma solo nelle zone demaniali, si interveniva utilizzando prodotti a base di “Bacillus thuringiensis”, che è un batterio sporigeno in grado di intossicare la larva. Veniva spruzzato con mezzi aerei. Oggi non abbiamo in programma iniziative del genere. Comunque – conclude – segnaleremo il problema». Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 25-05-2021