Non è stato un bel Ferragosto. La città è stata avvolta dalla tristezza quando ha appreso dell’ennesima morte a causa del Covid. Si tratta della professoressa Nunziata D’Amico di appena 64 anni. Era ricoverata da tempo all’ospedale Cannizzaro di Catania. Chi era informato sapeva che le sue condizioni erano critiche, ma si sperava riuscisse a farcela. Per questo alla notizia della sua morte a prevalere è stato lo sconforto. Nunziata D’Amico era stimata come docente e come persona. I suoi allievi e i suoi colleghi la ricordano con affetto. Assieme a loro la ricorda anche il sindaco Francesco Sgroi: «La professoressa D’Amico era particolarmente stimata. La conoscevo bene perché è stata una collega di mia madre. Non possiamo che essere tristi per lei e per tutti gli altri concittadini che purtroppo a causa del covid ci hanno lasciato. La situazione a Randazzo non è al momento preoccupante, ma anche 15 giorni fa nella contrada Flascio una signora vicino ai 70 anni ci ha lasciato a causa di questo maledetto virus. Questo deve farci riflettere. Deve farci capire che la battaglia contro il Covid non è finita e che non possiamo abbassare la guardia. Anzi –continua –vi dico di più. I medici mi dicono che in questa fase sembra anche più virulento, più cattivo. Forse sarà una variante». Poi il sindaco continua: «Non so dirvi se entrambe le signore decedute fossero vaccinate o meno. Certo il vaccino è l’unica arma che abbiamo per salvarci. A Randazzo il 60% dei residenti è già vaccinato. Un dato che non può soddisfarci perché il resto della popolazione è a rischio. Il consiglio è vaccinarsi».
E i dati Covid della cittadina cui il sindaco fa riferimento sono questi. Al momento i contagiati sono 18 di cui uno solo si trova in ospedale. Se il numero non è alto un dato però preoccupa i medici. Pare che di questi 18, solo qualcuno nel momento in cui i medici dell’Usca hanno effettuato il “contact tracing”, ha ammesso di essere entrato in contatto con altre persone nei giorni precedenti. Il sospetto è che si nascondano le frequentazioni ravvicinate per evitare che altri finiscano in quarantena. Ma così si favorisce la circolazione del virus e si mette in pericolo la vita di chi ancora non è vaccinato, di chi è fragile e di chi per problemi di salute non si è potuto vaccinare. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 17-08-2021