Tanta tristezza nelle parole di Giuseppe Rannisi e Loredana Murabito della Lipu di Catania per non essere riusciti a salvare un esemplare di falco pescatore. Il falco era stato trovato sofferente sulla riva del fiume Simeto da Nunzio Sanfilippo e Antonio Longhitano del Cai di Bronte insieme a Giuseppe Parisi. «Debilitato, con una frattura esposta alla zampa destra e l’altra zampa fuori uso – affermano i componenti Lipu –il falco aveva alle gambe 2 anelli ed un ripetitore satellitare sul dorso che indicavano che l’animale era nato in Italia e che faceva parte del progetto “Falco Pescatore” che si sta sviluppando in Toscana. Il giovane falco, infatti, era uno dei tre nati nell’oasi Wwf di Orti-Bottegone in provincia di Livorno.
Abbiamo – continuano – contattato i carabinieri forestali ed il “Cras (Centro recupero animali selvatici) Stretto di Messina”, affinché venisse curato. Purtroppo – concludono – il falco troppo debilitato, nonostante le attenzioni prestate durante lo spostamento, è morto». Fonte “La Sicilia” del 31-08-2021