«Fra circa un mese la Facoltà di Ingegneria consegnerà la sua relazione al presidente della Regione, Nello Musumeci, sulla fattibilità della diga di Bolo. So già che il parere sarà positivo. Da quel momento partirà l’iter per aggiornare il progetto che nel 1988 era esecutivo. Quando l’opera sarà realizzata avremo consegnato ai nostri nipoti una infrastruttura importantissima per il sistema delle dighe siciliane. Io però, guardando i tempi della burocrazia per le altre opere pubbliche, temo di non poterla vedere». Sono le parole del sindaco di Bronte, Pino Firrarello, alla fine di un incontro effettuato alla presenza dell’ingegnere Ascenzio Lociuro, il tecnico che negli Anni 80, per conto della Regione siciliana, si è occupato del progetto. Presenti al vertice anche la segretaria provinciale della Uil, Enza Meli, l’ing. Salvatore Caudullo responsabile dell’area Lavori Pubblici del Comune e l’ex sindaco di Bronte, Francesco Spitaleri, che negli anni 80 ha seguito il progetto. «La diga di Bolo –ha affermato l’ing. Lociuro – consentirebbe di accumulare acqua alla giusta quota per irrigare a valle. Attualmente solo la diga di Pozzillo non è in grado di assecondare la domanda che proviene sia dall’agricoltura che dall’industria. È importante realizzarla – conclude – e non solo per questo versante, ma per l’intero sistema delle dighe della Sicilia orientale». Ed alla diga di Bolo crede anche il sindacato. «Con l’incubo-siccità, purtroppo – infatti afferma Enza Meli – bisogna ormai convivere a causa dei cambiamenti climatici e della devastazione del territorio.
Trasformiamo l’emergenza in opportunità, creando occasioni di lavoro buono, utile, come noi della Uil chiediamo da sempre: servono progetti e realizzazioni in tempi celeri di infrastrutture idriche, per sfruttare a pieno anche l’irripetibile occasione offerta dal recovery plan. Da questo punto di vista, quindi, la diga di Bolo rappresenta un’opera simbolo da fare presto e bene. Ora non è più tempo di perdere tempo!» Ed è proprio il tempo che preoccupa il sindaco Firrarello, perché lo studio che ha redatto l’Università di Catania sarà utile anche per inserire l’opera fra quelle previste dall’Autorità di Bacino. Solo dopo l’iter di ammodernamento del progetto della nuova diga potrà proseguire. «Io ringrazio Francesco Spitaleri – ha affermato Firrarello – che è stato in grado di individuare l’ingegnere Lociuro che ai tempi aveva seguito il progetto. Ho sentito telefonicamente i professori Foti e Musumeci della Facoltà di Ingegneria e so che hanno completato il loro lavoro. Insomma stiamo facendo grandi passi in avanti, ma temo che la burocrazia possa frenare, come accaduto per tante opere siciliane. Non possiamo permettercelo per il bene dell’agricoltura, dell’industria e dei cittadini cui d’estate manca acqua nei rubinetti». Fonte “La Sicilia” del 07-09-2021