Alla scoperta del rifugio “La Nave” di Bronte, quello più vicino alla Ss 284 che alla la pista altomontana dell’Etna. Quello che è così facile da raggiungere che basta qualche chilometro di pista sterrata e 300 metri a piedi per regalarsi la possibilità di godere una delle meraviglie della natura più belle e rilassanti dell’Etna. Gli appassionati dell’ambiente lo conoscono, i brontesi ed i malettesi forse no. Per questo il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, all’interno dell’intenso programma che lo vede tentare di dare vita al turismo naturalistico a Bronte con i bus elettrici, ha chiamato un centinaio di amici e componenti di associazioni e li ha convinti a vederlo. «Non so quanti conoscono questo bellissimo posto – ha affermato – ma vale la pena trascorrervi qualche ora della giornata. Guardate quanta è bella qui la natura. Io l’ho sempre detto che Bronte ha un patrimonio ambientale di altissimo valore. Non ha nulla da invidiare a comunità di altre Regioni dove luoghi come questo, nel pieno rispetto dell’ambiente, sono protagonisti dell’economia turistica. Ed a questo dobbiamo puntare. Qualche settimana fa – aggiunge – abbiamo scoperto l’incantevole vista del tramonto che ci offre il rifugio di Monte Ruvolo. Oggi scopriamo questa perla, fra querce, castagni, sentieri e tavoli rustici che ci accolgono». Ed in tanti hanno partecipato all’in – vito, apprezzando l’iniziativa.
Presente anche Giorgio Luca assieme ad alcuni amici dell’Associazione Siciliantica. Giorgio Luca storico di grande cultura ha raccontato come per il possesso di quei boschi attorno al rifugio un tempo Bronte e Maletto litigavano. Oggi le due comunità sono alleate nella missione di dare spessore al turismo ambientale. E arrivare al primo Rifugio La nave, (il secondo è più in alto, vicino la pista altomontana) è veramente facile. Immaginando di trovarci in piazza Spedalieri a Bronte. In auto procediamo verso Maletto. Percorriamo la Ss 284 e superato il bivio che porta all’abitato della Città delle fragole, appena prima dell’altro ingresso per la città, quello di contrada Barbotte, alla statale con un grande incrocio si innestano contemporaneamente due strade. Basta prendere la seconda svoltando a destra ed andare sempre dritto. La strada all’improvviso diventa in terra battuta ed interseca la strada comunale verso Randazzo. Noi proseguiamo dritti seguendo il tracciato in terra battuta fino al grande cancello dell’Azienda forestale.
Qui c’è spazio abbastanza per lasciare l’auto e proseguire a piedi. La passeggiata fra il verde degli alberi di roverella dura troppo poco: in un attimo arrivano al rifugio. Ci accoglie un grande spazio verde adombrato da alti alberi protetti da bellissimi muri a secco in pietra lavica. Sia a destra che a sinistra tavoli e panchine, barbecue ed in fondo il rifugio. È piccolo, ma offre i comfort che fanno al caso, con un ben camino a legna da ardere. «È il regalo – conclude Firrarello – per chi ha creduto nella bellezza di questo territorio. La prima volta si rimane a bocca aperta, tutte le altre volte si è tristi quando si va via». Fonte “La Sicilia” del 03-10-2021