Si prospettano tempi duri per i servizi sanitari di emergenza a Randazzo, sia per la carenza di medici dell’area dell’emergenza, sia per la probabile chiusura del Pte (Punto territoriale di emergenza) già dal primo gennaio. Già a Randazzo diversi problemi ci sono stati con la Guardia medica, che per la carenza di titolari o sostituti a volte è rimasta chiusa e senza medico di guardia. Molto raramente finora, ma ora, con la chiusura del Pte, nei casi in cui l’ambulanza del 118 è impegnata in intervento, magari in Comuni vicini, Randazzo potrebbe rimanere senza un punto in cui avere una visita o una ricetta, o magari un intervento di primo soccorso per piccole ferite o traumi. Già da questo mese, alcuni medici in servizio a Randazzo, sono stati “invitati” dai dirigenti, a prestare servizio sull’ambulanza del 118 di Bronte, altra postazione divenuta nevralgica, e nella quale mancano i medici necessari a coprire i turni h24. Una situazione che deriva da anni di mala gestione, sia per il blocco della specialistica in medicina, che ha portato a sfornare un numero limitato di medici ogni anno, sia perché molti giovani medici non fanno il corso per l’emergenza sanitaria, sia per i proibitivi costi che devono sostenere e perché con la pandemia in corso, molti sono stati reclutati nelle Usca, con una paga oraria maggiore rispetto ai medici di emergenza e di guardia medica, e sicuramente anche con molte responsabilità in meno.
A Randazzo, dopo il grave incidente avvenuto nel 2012 costato la vita a tre giovani, per un periodo si era chiesto di avere una seconda ambulanza, perché proprio quella sera, al momento dell’incidente il 118 di Randazzo era fuori, e passarono minuti preziosi affinché giungessero sul posto le ambulanze di Maletto, Bronte e addirittura Francavilla. Ora con questo nuovo provvedimento, Randazzo rischia di tornare indietro ai tempi in cui c’era solo l’ambulanza del 118, con i medici dimezzati e il Ppi creato nei locali dell’ex ospedale, non sempre operativo. La probabile chiusura, sembra sia dovuta a un calo delle prestazioni del Pte, che deve seguire la legge dei numeri, voluta dal Governo nazionale con la riforma Balduzzi, ma non più adeguata, specie con una pandemia in corso. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 16-12-2021