Niente bus turistici ecocompatibili sui sentieri delle piste forestali nelle zone A e B del Parco dell’Etna. A decretarlo l’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente che ha inviato una nota, alle 12 di ieri, con la quale ha chiesto al Parco dell’Etna di annullare in autotutela le autorizzazioni concesse ai comuni di Bronte e Maletto. La nota giunge all’improvviso anche se, a quanto si apprende, l’assessorato regionale era a conoscenza delle autorizzazioni sin dal mese di ottobre. Il presidente del Parco, Carlo Caputo, ha accolto il provvedimento con serenità: «Vogliamo capire il da farsi. Studiare la nota assessoriale. Non dimentichiamo che il Parco è un ente autonomo. Comunque, ben vengano interventi da parte di tutti gli attori, pubblici e privati perché ciò che importa davvero è raggiungere il risultato della fruizione turistica nel rispetto della natura. Siamo sempre pronti ad ascoltare tutti». Il problema riguarda, al momento, i soli comuni di Bronte e Maletto, i paesi che hanno chiesto ed ottenuto la concessione per poter attraversare con mini bus i sentieri forestali per fini turistici ma è chiaro che diversi altri territori potrebbero essere interessati alla questione. «Il progetto di fruizione dei sentieri turistici regolamentati con l’uso delle piste forestali – ha dichiarato il presidente Caputo – è coerente con il Piano dei sentieri, il decreto istitutivo del Parco dell’Etna e il regolamento di fruizione del parco stesso.
Da ciò l’autorizzazione». «Il periodo autorizzativo è di 8 mesi, per due soli mezzi, e non per tutto l’anno e ciò al fine di garantire la riproduzione degli animali». Questo il provvedimento di cui si chiede la revoca. Ma non è tutto qui. La realtà sulla quale si confronta il provvedimento è un po’diversa, per quel che viene riferito dallo stesso Caputo. «L’autorizzazione riguarda il passaggio regolamentato sui sentieri della forestale ove giornalmente passano circa 50-60 automezzi fra rappresentanti di associazioni, associazioni disabili, lavoratori forestali, mezzi di controllo e così via. Mezzi per lo più non ecosostenibili». «Col provvedimento autorizzativo – ha affermato ancora Caputo – si aggiungevano solo due mezzi al giorno e, per di più, ecosostenibili al contrario degli altri». Sentieri, quindi, che non sembrano del tutto estranei al passaggio di automezzi. Il problema sembra pertanto sussistere. Ma come, quando e chi far passare? E il turismo che ruolo assume? Il tutto nasce, come si ricorderà, da un’interrogazione della deputata regionale del M5S, Giannina Ciancio, che aveva sollevato il problema. Chiuso? Non sembra proprio. Anche i comuni, probabilmente, vorranno dire la loro. Egidio Incorpora Fonte “La Sicilia” del 21-01-2022