Doveva essere il simbolo del rilancio economico del paese, doveva soddifare le esigenze degli artigiani di Randazzo e creare nuovi posti di lavoro, invece fino ad oggi rappresenta soltanto l’immagine della lentezza burocratica a danno proprio degli imprenditori. Ci riferiamo alla zona artigianale di Randazzo, sita in contrada Arena Pignatone, inserita fra le opere infrastrutturali del Patto territoriale Jonico etneo. Un progetto ambizioso che prevedeva la realizzazione di 16 lotti con un finanziamento di qualcosa in più di 5 milioni e 700 mila euro. L’area doveva essere completata ormai da anni, invece ancora oggi molti lavori non sono stati completati e molti di quelli realizzati non sono ancora collaudati. Una sola azienda fino ad oggi ci ha creduto, realizzando il proprio capannone, ma da 2 anni è costretta a lavorare senza forza motrice e telefono. Negli anni gli ambientalisti hanno criticato la scelta del sito e sono sorti 2 contenziosi per gli espropri ancora da risolvere. Nonostante ciò il sindaco di Randazzo, Ernesto Del Campo, che l’ha voluta fortemente, crede nel suo valore: “I lavori – ci dice il sindaco – sono stati sospesi in attesa dell’approvazione di una variante al progetto da parte del Ministero delle Infrastrutture. Risolto questo problema asfalteremo le strade interne, completeremo lo scarico delle acque bianche e decideremo cosa fare dei 4 lotti siti nella zona non espropriata. Nel frattempo stiamo procedendo al collaudo dei servizi sotto le strade come energia elettrica, gas e telefono. L’Enel – continua – ha promesso che realizzerà la cabina elettrica a servizio degli imprenditori e chiederemo l’allaccio telefonico. Io credo in questa zona artigianale – conclude Del Campo – tant’è che ho inviato ai dirigenti una lettera per velocizzare tutti i lavori. Abbiamo oltre 40 richieste di artigiani di Randazzo che in questa zona artigianale ci chiedono di investire”.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 23-10-2008