«Sapete che cosa abbiamo scoperto facendo realizzare una semplice ricerca tra gli abitanti di Bronte? Che tra i brontesi che hanno meno di 60 anni soltanto l’1% conosce, anche in maniera approssimativa, l’Etna e il Parco dei Nebrodi e che appena il 3% ogni tanto sale sul vulcano. La stragrande maggioranza degli abitanti del nostro comune ignora le bellezze che ha attorno. Ed è un peccato». Il sindaco di Bronte, il senatore del Pdl Pino Firrarello, s’accalora subito quando è chiamato in causa per spiegare qual è la situazione di questo angolo speciale di Sicilia. Il suo comune ricade in tre parchi protetti, addirittura: quello dell’Etna, quello dei Nebrodi e quello dell’Alcantara. Ben 9000 ettari di territorio che potrebbero essere anche un investimento turistico, una straordinaria attrattiva. «Il tutto nel massimo rispetto della natura – spiega Firrarello – ma non penalizzando qualsiasi tipo di attività come accade qui sistematicamente da anni. Noi abbiamo bloccato negli Anni ’80 qualsiasi forma di speculazione e di attacco alla natura, ma il passo successivo sarebbe dovuto essere quello fatto in tutte le altre regioni italiane, cioè modificare le parti più restrittive ed anacronistiche delle leggi sui Parchi e favorire uno sviluppo sostenibile». E’ il cruccio non solo del sindaco Firrarello questo, ma anche di moltissimi operatori commerciali della zona, per non dire di semplici proprietari di pezzi di terra. «Anche a molti di loro è proibito qualsiasi movimento all’interno delle proprietà. Un immobilismo assolutamente inutile e controproducente. Perché senza alterare nessun equilibrio si potrebbero, per esempio, rendere percorribili le strade della Forestale che già esistono, ma anche le antiche trazzere regie che potrebbero essere ripristinate per favorire il passaggio di chi vuol raggiungere aree sommitali del parco. C’è gente che non ha mai visto ed ammirato la bellezza del Monte Soro, che non ha potuto vedere cavalli allo stato assolutamente libero che vivono in questa nostra area, una fauna straordinaria. Così non è possibile immaginare alcuno sviluppo». Firrarello per questo ha chiesto ai deputati regionali del suo partito di portare avanti un disegno di legge che prevede la modifica della legge sui parchi. In Basilicata hanno appena finito di realizzare una bellissima funivia di 5 chilometri che consente di godere di un panorama mozzafiato. Non è stato alterato l’ambiente e sono state create le premesse per attirare turisti interessati dalla natura e dalla sua bellezza, non certo devastatori dell’ambiente». Una legge nuova, dice Firrarello, che armonizzi la legislazione, che la ammorbidisca in quelle parti in cui ci sono blindature inutili, che «mummificano – spiega il senatore di Forza Italia – un angolo della Sicilia che andrebbe, invece, reso vivo e fruibile. Anche perché, aggiunge, ci sono una serie di divieti che stanno creando problemi enormi, esattamente all’opposto di quelle che volevano essere le intenzioni del legislatore: basti pensare ai danni provocati da suini selvatici e conigli contro cui non è consentito alcun tipo di intervento e che provocano enormi danni alle coltivazioni». Firrarello precisa anche un’altra cosa: quello che fu presentato come il progetto per il terzo polo turistico dell’Etna era una provocazione. Il progetto è quello di integrare: «Perché un’area così che comincia dalla provincia di Catania, sale sull’Etna, abbraccia tutta la montagna e finisce con lo scendere dall’altra parte dell’Isola, nel mar Tirreno è da considerare una forza unica per il nostro territorio. Purché utilizzabile».
Andrea Lodato fonte “La Sicilia” del 26-10-2008