L’esito dell’udienza, in verità, era scontato. Il Gup del Tribunale di Catania, Stefano Mantoneri, ha rinviato a giudizio Filippo Asero, brontese di 48 anni, accusato di omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, della moglie Ada Rotini. Ma non solo. Su Asero pende anche l’accusa di aver colpito l’anziano Salvatore Putrino che aveva tentato di difendere la vittima e di maltrattamenti. Il femminicidio avvenne la mattina dell’8 settembre 2021 alle ore 10,15. Ada Rotini di 46 anni, originaria di Noto, dopo un anno di matrimonio con Asero, aveva deciso di separarsi. I due quella mattina avevano appuntamento al Comune per l’udienza di separazione. Prima, però, la donna andò a casa di Asero per portar via degli effetti personali. All’inizio andò tutto bene, poi, quando la donna era già salita in auto, si scatenò la furia omicida dell’uomo, che con un coltello la colpì 40 volte. Filippo Aseso è difeso dall’avvocato Mario Schilirò, mentre il figlio, le sorelle, i fratelli ed i genitori di Ada sono rappresentati dall’avvocato Giuseppe Cultrera, con gli avvocati Pia Grassia e Samanta Lazzaro che rappresentano l’altra figlia di Ada ancora minorenne.
Tre le associazioni che si sono al momento costituite parte civile: “Work in progress” rappresentata dall’avvocato Grazia Misano, “Thamaia” con l’avvocato Valeria Sicurella e “Telefono Rosa” con l’avvocato Laura Farkas. Il 13 ottobre è stata fissata la data del dibattimento. «In un contesto sempre più drammatico e inaccettabile – afferma la presidente Antonella Caltabiano del Telefono Rosa di Bronte – che vede inarrestabili i numeri delle donne uccise per mano di uomini che dicevano di amarle, la costituzione di parte civile assume un grande significato culturale da parte di una comunità che si scaglia contro la violenza sulle donne considerato crimine contro l’umanità. Ada Rotini è per noi diventata motivo di maggiore determinazione e impegno per la missione che portiamo avanti, emblema delle donne che si sentono sole e che non sanno a chi rivolgersi per farsi aiutare». Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 06-07-2022