Nove sindaci dei Comuni dell’Area interna “Bronte” che comprende i Comuni della provincia di Catania e di Messina hanno sottoscritto e inviato un protocollo d’intesa, nel quale chiedono al Dipartimento regionale della Programmazione di cambiare il nome dell’Area, rinominandola in “Nebrodi-Etna-Alcantara”. I sindaci che hanno sottoscritto il protocollo sono i primi cittadini di Malvagna, Motta Camastra, Moio Alcantara, Roccella Valdemone, Randazzo, Maniace, San Teodoro, Cesarò e Francavilla di Sicilia. Il protocollo non è firmato dai sindaci di Bronte, Maletto, Castiglione di Sicilia e Santa Domenica Vittoria. Tutto nasce dalla lettera del dirigente generale del Dipartimento regionale, Federico Amedeo Lasco, che in una nota inviata ai sindaci scrive: «Le aree nella fase preliminare sono state denominate con riferimento al nome di un comune. Si ritiene opportuno e doveroso chiedere ai sindaci di volere, d’intesa unanime, indicare la denominazione da attribuire all’Area al fine di individuare una denominazione evocativa, di caratteristiche specifiche, ad esempio morfologico-geografiche, storico-identitarie, etc)». E i sindaci nel documento scrivono: «Considerato la Strategia Nazionale per le Aree Interne (Snai) si prefigge l’obiettivo di invertire il trend demografico negativo delle aree interne attraverso una duplice azione: promozione del mercato e ripristino di cittadinanza. Considerato che a seguito dell’avvio dell’attività di “ascolto del territorio”, è prevista l’elaborazione della strategia che deve contenente i fattori di coesione che motivano la perimetrazione dell’area, chiediamo di rinominare l’area “Nebrodi-Etna- Alcantara”».
Nel documento si fa riferimento anche a due incontri che i sindaci firmatari avrebbero avuto a Malvagna e Randazzo, da cui sono scaturiti dei documenti che indicano anche la forma giuridica che l’Area dovrebbe avere. L’area interna “Bronte” è stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni nell’ambito della programmazione dei fondi europei 2021-2027. Intende valorizzare i Comuni interni con interventi che vanno dalle politiche sociali a quelle culturali, dalle infrastrutture alla riqualificazione dei centri storici. Fonte “La Sicilia” del 21-08-2022