È quello che la politica regionale è riuscita ad attivare dopo le dure proteste dei sindaci dei Comuni di Bronte, Cesarò, Maletto, Maniace, Randazzo, Santa Domenica Vittoria, San Teodoro e Floresta, adirati a seguito della sospensione delle attività del Punto Nascita dell’ospedale di Bronte per carenza di medici. Ma è ben poca cosa rispetto a quanto chiesto e soprattutto a quanto serve. Dopo un’assemblea del territorio effettuata nella pinacoteca Nunzio Sciavarrello dove sono emerse tante difficoltà, tutte le incongruenze dell’attuale sistema sanitario, ma poche soluzioni ai tanti problemi che attanagliano la sanità pubblica nei territori di periferia. Dopo un’audizione dei sindaci nella VI Commissione “Salute, Servizi Sociali e Sanitari” dell’Assemblea regionale siciliana, presieduta dall’on. Giuseppe Laccoto, infatti, quello che è stato possibile fare è stata l’apertura di una sorta di ambulatorio a servizio delle partorienti. Un servizio che l’Asp ha annunciato con una nota: «Attivo – si legge – all’Ospedale di Bronte, il Punto di consulenza ginecologica. Il servizio, disposto dalla Direzione Sanitaria dell’Asp di Catania, sarà operativo dalle ore 8 alle ore 14, da lunedì a venerdì, con l’obiettivo di offrire attività di monitoraggio, osservazione e consulenza ostetrico-ginecologica alle partorienti.
«Il Punto – continua la nota – si aggiunge al servizio di trasporto protetto con ambulanza, operativa tutti i giorni h24, con ostetrica a bordo h24. «Le procedure assistenziali e di trasferimento delle partorienti all’Ospedale di Biancavilla sono coordinate dalla Direzione del Dipartimento Materno-Infantile». Poi l’Asp ribadisce i motivi della temporanea sospensione chiusura del Punto nascita dell’ospedale di Bronte: «La grave carenza di personale specializzato ha determinato, lo scorso 30 giugno la temporanea chiusura del Punto nascita di Bronte. La Direzione aziendale dell’Asp di Catania – conclude la nota – continua a portare avanti tutte le possibili iniziative volte a riattivare il servizio». Sicuramente un servizio in più rispetto a prima, ma pochissimo rispetto a quel che serve a un territorio montano che essendo distante dalla città e quindi anche dai grandi ospedali, chiede un ospedale efficiente. Fonte “La Sicilia” del 24-07-2023