Pecore lasciate libere di pascolare nel terreno senza sorveglianza e custodia. La sorpresa, Sebastiano Blanco, l’ha trovata lo scorso 30 agosto. Non aveva ancora parcheggiato l’auto che si è accorto della presenza del gregge nella sua proprietà in contrada Rivaggi a Randazzo. Il proprietario ha immediatamente chiamato il 112, non prima di aver documentato tutto con foto (a lato) che però non avevano al momento una pattuglia a disposizione. Nel frattempo però ha visto arrivare l’allevatore. Poco più tardi sono arrivati i carabinieri che ascoltando il racconto di Blanco hanno consigliato di denunciare. Ma il titolare ha fatto di più. Ha preso carta e penna e inviato un esposto alla procura di Catania. Chiedendo di guardare quello che è accaduto da un punto di osservazione più ampio rispetto a quello del reato di pascolo abusivo. Ci sono decine di procedimenti aperti dalle denunce di Blanco. Il modus operandi attuato dagli allevatori rientra in quello che è denominata la Mafia dei Pascoli. Il proprietario chiede ai magistrati di avviare un’indagine che possa finalmente porre fine a un sistema che ha trasformato questa area (Etna nord) in una zona franca. Blanco è da anni che si rivolge alle forze dell’ordine e non si piega alla gestione criminale di pascoli abusivi, roghi dolosi, furti, danneggiamenti e installazione di recinti.
«Il 18 novembre 2016» ricorda nell’esposto Blanco, l’immobile costruito nel suo terreno «è stato incendiato» in maniera dolosa mentre «stavano ultimando i lavori di ristrutturazione». A fine agosto l’ennesimo sfregio. Il giorno dopo inoltre è tornato e ha fotografato un incendio divampato (a lato) in un terreno confinante al suo. Questi campi attraversati dal fuoco non vengono censiti e questo non solo elude la legge ma fornisce alibi di potere. «Il modo di gestire i greggi e le mandrie integra una cornice criminale destinata a ostacolare le enormi potenzialità in ambito rurale paesaggistico e turistico che lo stesso sarebbe in grado di esprimere», denuncia Blanco alla magistratura. «A tal proposito è facile notare che ci sono parecchi fondi agricoli in vendita». scrive. Molti infatti si sono arresi e hanno deciso di lasciare l’Etna. Anche un viticoltore di Contrada nave a Randazzo più volte ha trovato animali tra le viti e sono stati appiccati incendi. L’anno scorso addirittura gli è stata rubato l’intera raccolta d’uva. Il 12 settembre ci sarà l’ennesimo procedimento davanti al giudice di pace. Ma anche per l’imprenditore agricolo serve un’azione investigativa sinergica, simile a quella dell’inchiesta Terra Bruciata che ha disarticolato i Sangani. Laura Distefano Fonte “La Sicilia” del 05-09-2023