Sembrano senza fine le proteste nei confronti dei servizi che l’Asp 3 di Catania riesce a garantire nell’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte. Alle polemiche sulla cronica carenza di personale medico, sul continuo depotenziamento dei servizi, e recentemente anche sul rischio di vedere i pazienti, che non possono essere curati a Bronte, trasferiti in ospedali particolarmente distanti come quello di Caltagirone, si aggiunge la protesta di un utente che scrive all’avv. Giuseppe Gullotta dell’Associazione Aiace, lamentando le difficoltà che incontrano i parenti che accompagnano i pazienti al Pronto soccorso. Costoro, infatti, sono costretti a rimanere fuori dall’ospedale, anche quando il caldo è torrido o il freddo intenso. «Inizialmente – scrive l’utente a Gullotta – ho avuto accesso alla sala d’aspetto interna, dedicata all’arrivo delle ambulanze. Tuttavia, a causa del crescente afflusso di pazienti per altri ricoveri, siamo stati tutti allontanati e costretti ad attendere all’esterno, esposti al freddo. Credo che questa non sia una cosa giusta, nei riguardi di tutti coloro che si recando al Pronto soccorso». Ma c’è dell’altro: «Considerando che mio padre è una persona disabile – continua a scrivere l’utente – abbiamo chiesto la possibilità che almeno un familiare stretto potesse rimanere con lui per fornire assistenza durante il periodo di permanenza al Pronto soccorso. Purtroppo, questa richiesta non è stata accolta e mio padre, nonostante le difficoltà, è stato costretto a gestire da solo in bagno le sue necessità fisiologiche».
«Il problema sollevato è di estrema gravità – aggiunge Gullotta – il Pronto soccorso dell’ospedale di Bronte si trova attualmente sprovvisto di spazi adeguati per accogliere i familiari in attesa di informazioni sui pazienti ricoverati. Questa carenza, che diviene particolarmente evidente sia durante l’estate con temperature superiori ai 40 gradi, che in inverno con temperature rigide, la pioggia e il vento, rende necessario un intervento urgente da parte dell’Asp 3 di Catania. La risoluzione di questo problema è imperativa per garantire il comfort e il benessere di coloro che vivono momenti di apprensione e preoccupazione in un contesto già delicato come quello ospedaliero». «Comprendiamo le apprensioni – ha replicato l’Asp – ma, al momento, non vi sono locali disponibili al Pronto soccorso per ospitare i familiari dei pazienti.
Il Pronto soccorso di Bronte ha una camera calda e una sala di attesa per i pazienti che devono essere sottoposti a triage e successivamente a visita negli ambulatori ospedalieri. Sussistono, inoltre, motivi di carattere logistico, organizzativo e operativo che impediscono l’accesso generalizzato a tutti i familiari accompagnatori. L’acceso di un familiare è autorizzato, invece, per i pazienti invalidi al 100% che necessitano di assistenza continua h24. È però necessario che il familiare accompagnatore, in questo caso, si sottoponga ai controlli previsti dalle disposizioni regionali e aziendali per il Covid-19, sia in Pronto soccorso, sia nei reparti». Fonte “La Sicilia” del 02-12-2023