Ma chi lo ha detto che in questa terra, alimentata dalle “energie positive” dell’Etna, si possa produrre solo ottimo vino? Chi ha avuto la fortuna di assaggiare i suoi prodotti, infatti, sa bene che oltre al vino, c’è l’olio. Un olio di qualità sopraffina, dal gusto unico, generato da 2 varietà di olive, la Brandofino, definita in gergo “randazzese” perché prettamente locale, e la Nocellara dell’Etna, che domina buona parte del Vulcano. Dal loro connubio si realizza un olio extravergine di sicura qualità, condimento ideale sia a crudo, sia in cottura. E lo sapevano bene i nostri avi che da sempre si sono presi cura degli alberi di ulivo. Del resto la storia dell’olivicoltura sull’Etna affonda le radici nella storia e nel mito. Ulisse stesso nell’Odissea accecò Polifemo proprio con un tronco di ulivo. Pur pregiato però, l’olio di queste terre, fino ad oggi è rimasto imbrigliato in un limbo che ne riconosce gusto e qualità salutari, ma non certo capacità commerciali. Ma a sovvertire i principi più radicati da sempre ci hanno pensato le nuove generazioni. Ed allora ecco che dall’amore verso la propria terra e dalla passione per l’agricoltura di alcuni imprenditori, che a Randazzo è nata l’Oleoteca regionale. Un nome impegnativo, che guarda certamente a futuro, con cui è denominata un’associazione di produttori olivicoli, intenzionati più che mai a valorizzare e commercializzare l’olio di Randazzo e delle terre circostanti.
«Esatto – spiega il dott. Federico Meli, di professione farmacista, ma appassionato al punto da ricoprire la carica di presidente dell’associazione – al momento i soci sono 20. Il nostro obiettivo è trasmettere nel territorio cultura olivicola e formare opportunamente gli imprenditori agricoli che, rispettando un disciplinare, possano diventare conferitori. Questo ci permetterà di garantire olio eccellente per quei mercati dove questo è particolarmente apprezzato, garantendo maggiore economia all’intero comparto, conferitori compreso». E ci crede anche Salvo Licari, segretario dell’associazione: «Sulla scia del percorso effettuato dal vino – ci spiega – anche l’olio merita un posto migliore. Del resto qui si è sempre prodotto olio. La mitologia greca ci parla di olio e noi abbiamo una cultivar particolare, la Brandofino, che si produce solo a Randazzo. E gli esperti sanno che con la Brandofino si produce uno dei migliori fruttati siciliani, ricco di sapori e di quei polifenoli che fanno diventare l’olio un toccasana per la salute».
E nell’attesa di trasformare l’associazione in consorzio, i fondatori provano a fare squadra con il Territorio, effettuando corsi gratuiti di olivicoltura. «Abbiamo iniziato con un corso di potatura dell’ulivo – conclude il presidente Meli – grazie ai professori Maurizio Cullurà e Rosario Gullo dell’Istituto “Mazzei”, ma non ci fermeremo. Siamo certi, infatti, del valore e della generosità dell’olivicoltura di questo territorio». Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 03-04-2024