“La Medicina del territorio per un’assistenza totale al servizio dei pazienti” è stato il titolo di un convegno organizzato, nella Pinacoteca Nunzio Sciavarrello di Bronte, dalla Rete civica della salute, con il patrocinio del Comune di Bronte, dell’Asp 3 di Catania, dall’Associazione Aiace, del Circolo operaio e del Circolo di cultura di Bronte. Un incontro che ha evidenziato i problemi della medicina del territorio, evidenziati in apertura dall’avv. Giuseppe Gullotta: «Il numero verde per le prenotazioni ambulatoriali – ha affermato – spesso non risponde e quando lo fa prenota le visite anche nel 2025. Aspettiamo invano l’App. Bronte avrà una Casa di Comunità, ma quali aspetti curerà?». Problemi evidenziati anche dai sindaci Katia Ceraldi di Cesarò e Franco Parasiliti di Maniace, con Pino Firrarello padrone di casa che ha sottolineato: «Da anni propongo di abolire il numero chiuso in Medicina e di finanziare le borse di studio. La situazione della sanità è drammatica». «Io stesso ho problemi ad effettuare le visite per la mia patologia – ha aggiunto l’assessore Angelica Prestianni di Bronte – ma non accetto che i disabili debbano spostarsi ad Acireale». «Parliamo di sanità dalla fine degli anni ‘90 – ha aggiunto il presidente della Commissione Sanità di Bronte, Ernesto Di Francesco – finalmente parliamo di medicina del territorio».
Interessante gli interventi dei presidenti dei circoli, Valerio Saitta e Giuseppe Di Mulo, del dott. Giuseppe Grasso dell’Asp e dell’on. Giuffrida, con il dott. Antonio Salanitri, direttore del Distretto sanitario, che ha affermato: «Il Distretto è cresciuto nell’of – ferta specialistica, ma il problema delle liste di attesa è nazionale. Purtroppo, gli specialisti lavorano a prestazioni. Spesso bastano 2 pazienti per occupare tutta la giornata e non è possibile aumentare le ore dei medici». «Il Pnrr ha assegnato per la sanità circa 14 miliardi – ha affermato il coordinatore regionale della Rcs, Pier Emilio Vasta – che servano per un cambiamento di cultura. Le nuove Casa di comunità, per esempio, siano sede di integrazione socio-sanitaria». Poco ottimista il vicepresidente della commissione Salute all’Ars, Calogero Leanza: «L’emergenza è evidente e siamo ad un passo dal baratro – ha affermato – mancano i medici e solo una sparuta minoranza chiede di abolire il numero chiuso in Medicina. La gente oggi rinuncia a curarsi».
E le conclusioni sono state affidate all’assessore regionale Andrea Messina e all’on. Giuseppe Castiglione: «La situazione è in evoluzione – ha affermato Messina – anche noi abbiamo chiesto l’abolizione del numero chiuso. Dobbiamo però sapere che un medico si forma in 10 anni e dobbiamo trovare una soluzione per il presente». «Potrei tranquillamente dire – ha concluso Castiglione – che c’è un Governo che investe nella sanità solo il 6,3% del Pil, quando un tempo si investiva un punto in più. Mi limito a ribadire che ci sono 4 milioni di cittadini rinunciano alle cure. Dobbiamo capire dove intervenire cominciando a sancire un’alleanza fra tutti i soggetti, per individuare la migliore organizzazione sanitaria». Fonte “La Sicilia” del 21-04-2024