Tanti cartelli per inneggiare la legalità, ma anche musica a fare da contorno al sit-in organizzato dall’associazione Civitas per sottolineare il proprio dissenso nei confronti di tutti quei motivi che hanno provocato lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni della criminalità organizzata. A ribadirli con forza, in piazza Municipio, il discorso iniziale del presidente dell’associazione Domenico Palermo: «Randazzo – ha affermato – è una città ferita, colpita mortalmente al cuore della sua istituzione più rappresentativa: il Comune ovvero la casa di tutti. È un fatto innegabile, oggettivo. Chi, ostinatamente, continua a far finta di niente, assomiglia a colui che non ha la forza di reagire al dolore che provocano i grandi lutti». E Palermo individua senza mezzi termini i colpevoli: «Nello stato di diritto in cui viviamo, e in cui crediamo, – infatti spiega – spetta alla magistratura stabilire chi è colpevole e chi innocente. Sul piano politico, però, non v’è dubbio che la responsabilità dello scioglimento per mafia del Comune va ai partiti che hanno amministrato il Comune negli ultimi anni, e soprattutto negli ultimi cinque anni. Certamente in misura diversificata, a seconda dei ruoli ricoperti, ma senza eccezioni. Ci aspettiamo, perciò, una seria riflessione dai vertici di quei partiti, sperando che, prima o poi, essi sentano il dovere di rompere questo assordante silenzio». Per Palermo bisogna reagire in tutte le direzioni, anche perché il paese sarebbe pesantemente esposto agli effetti nefasti della criminalità.
«Un paese che – continua – stando a quanto si legge nella relazione prefettizia pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, è gravemente esposto: alla violenza e alle intimidazioni mafiose; alle estorsioni e al pizzo nei confronti di chi fa impresa; al traffico e allo spaccio di droga; al traffico di armi; a una crescente microcriminalità; a una illegalità diffusa; allo sperpero del patrimonio pubblico; alla compressione della partecipazione democratica». Poi durante il sit-in un grazie alla Commissione che ha svolto l’indagine che poi ha portato allo scioglimento, ai carabinieri e alla Commissione prefettizia che in questo momento guida la città, cui però l’associazione Civitas chiede discontinuità. Per questo propone «che vengano revocati tutti gli atti amministrativi che hanno compresso la partecipazione popolare, a partire dalla delibera di Giunta n. 34/2019 (approvazione modalità d’uso dei locali di proprietà comunale, ndr), che si proceda alla costituzione delle consulte e, in primo luogo, di quella per i giovani e lo sport e di quella delle associazioni e di valorizzazione del patrimonio comunale dell’ex Collegio S. Basilio, dell’ex istituto S. Caterina e dell’ex cinema Moderno». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 23-04-2024