Area interna “Etna, Nebrodi Alcantara” si prosegue, ma il dibattito è acceso. L’Assemblea dei 13 sindaci, convocata dalla Commissione straordinaria di Randazzo, approva a maggioranza il regolamento per le assemblee on line, fra i malumori dei Comuni più piccoli. Il sindaco di Cesarò, Katia Ceraldi, infatti, a fine assemblea afferma: «L’Area interna Etna Alcantara Nebrodi per me finisce qua anche se Cesarò continuerà a farne parte. Peccato! Io ci credevo. L’Area interna perché soffocata da assurdi protagonismi, incapacità di gestione amministrativa e in particolare per la considerazione e il ruolo relegato ai piccoli Comuni. E difatti ciò che mi ha completamente sfiduciato è stata proprio la votazione del regolamento per lo svolgimento delle riunioni on line. Un regolamento che prevede solo ed esclusivamente la forma da remoto piuttosto che quella mista proposta da me e da altri sindaci dei piccoli paesi. La votazione ha palesemente dimostrato che i Comuni più grandi hanno un peso maggiore. Eppure ho contestato questo criterio di votazione, che attribuisce maggior peso ai paesi più popolati. Neanche per un banale regolamento siamo riusciti a metterci d’accordo e decidere all’ unanimità come del resto si era sempre fatto. Mi chiedo come faremo quando bisognerà necessariamente firmare o votare atti per cui è richiesta la presenza».
Considerazioni amare cui il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ovvero il Comune più grande dell’Area interna replica: «Il problema è delicato perché l’Area interna riunisce Comuni disomogenei distanti anche 100 chilometri tra loro. Come mettere tutti d’accordo? Do atto al sindaco di Cesarò che ha ragione quando afferma che ci vuole maggiore equilibrio fra Comuni grandi e piccoli. Del resto l’ipotesi approvata sulla distribuzione delle somme che dovrebbero arrivare, è andata in questo senso. Mi chiedo però: queste somme arriveranno mai? Nonostante i dubbi e le perplessità però, noi abbiamo l’obbligo di continuare a fornire il nostro contributo per il bene dei cittadini. Io stesso, con grande senso di responsabilità, ho accettato la modifica del provvedimento iniziale approvato a Roma che indicava Bronte come il paese che, da unico capofila, dava il nome all’intera Area interna, ed ho sopportato le furbizie di qualche sindaco. Pertanto invito la collega Ceraldi di andare avanti». Fonte “La Sicilia” del 29-04-2024