Prelevati i primi campioni di acqua dal terzo pozzo Musa per essere analizzati. Prima di immettere l’acqua nella condotta, infatti, come impongono le regole sanitarie, bisogna effettuare le analisi chimico/fisiche e microbiologiche. Solo allora l’acqua potrà essere dichiarata potabile. Un processo necessario che il Comune sta effettuando con celerità, nel tentativo di anticipare ogni soluzione che possa dare acqua ai brontesi prima possibile. «I lavori della condotta di collegamento con il serbatoio Rivolia sono in fase di realizzazione – afferma il Rup e progettista dell’intera ristrutturazione della rete idrica, il geometra Nino Saitta – se necessario però realizzeremo un bypass per anticipare l’immissione in rete dell’acqua del nuovo pozzo». Si vedrà nelle prossime settimane quindi quale sarà per il Comune la strada migliore da percorrere. Nel frattempo l’entusiasmo è alle stelle: «Bronte – ha affermato il sindaco Pino Firrarello – un tempo era conosciuto non solo per il pistacchio, ma perché sopra il tetto di ogni casa si notava un recipiente per la riserva di acqua. L’acqua nei rubinetti, infatti, arrivava poche ore al giorno per la rabbia dei cittadini che giustamente protestavano. Sapevano, infatti, di vivere in un territorio che custodiva nel sottosuolo enormi quantitativi di acqua, ma si soffriva ugualmente la sete». «Da quel momento – continua Firrarello – è stato un impegno continuo per risolvere il problema.
I sindaci Franchina e Leanza scavarono i primi 2 pozzi e adesso abbiamo inaugurato il terzo che dovrebbe definitivamente risolvere i problemi. Ricordo ancora quando 2 anni fa l’on. Giuseppe Castiglione mi comunico di un finanziamento di 5 milioni e mezzo di euro da parte del ministero della Coesione. L’intero Ufficio tecnico, il geologo Cavallaro e l’avvocato Cordaro completarono le varie fasi tecnico-amministrative, permettendoci oggi di inaugurare il terzo Pozzo Musa che, risolvendo i problemi idrici di Bronte, rimarrà nella storia». Fonte “La Sicilia” del 23-05-2024