Inchiesta Athena, il Tribunale del Riesame ha accolto l’appello della Procura di Catania che aveva impugnato l’ordinanza del Gip e disposto gli arresti domiciliari (che erano stati inizialmente negati dal Giudice per le indagini preliminari) per gli indagati eccellenti, ovvero il sindaco di Paternò, Nino Naso, l’assessore dimissionario, Turi Comis e l’ex assessore Pietro Cirino insieme con il boss Vincenzo Morabito e l’esponente del clan Natale Benvenga, tutti accusati di voto di scambio politico mafioso. A presentare l’appello erano stati i pm Alessandra Tasciotti e Tiziana Laudani ed il ricorso era stato vistato dal procuratore aggiunto, Ignazio Fonzo, Gli arresti domiciliari non sono comunque esecutivi perché Il Tribunale ha disposto la sospensione dell’ordinanza che dispone gli arresti domiciliari per i cinque fino a che la decisione sia definitiva, ed è possibile ricorrere in Cassazione. Secondo il Tribunale del riesame, presieduto da Giuliana Sammartino, «risulta ricostruibile in via induttiva e con la consistenza dei gravi indizi il raggiungimento di un patto illecito fra il sindaco Naso e, tramite il Cirino, la consorteria dei Morabito-Benvegna». L’accordo, ricostruisce il Tribunale, prevedeva «un sostegno elettorale» in cambio dell’interessamento del Naso per «l’assunzione di congiunti mafiosi locali» e di «destinare a Comis un assessorato di interesse economico». Intanto si attende la decisione sulle 49 richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Procura di Catania: sono ora sul tavolo del Gup Carlo Umberto Cannella, che dovrà decidere se accoglierle e fissare la data dell’udienza preliminare, o rigettarle. I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione mafiosa, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, turbata libertà degli incanti aggravata dal metodo mafioso e corruzione. Da evidenziare che rispetto ai 56 indagati e ai 17 arrestati nell’ambito del procedimento, scaturito dall’operazione antimafia condotta a Paternò dai carabinieri della Compagnia, lo scorso aprile, per alcuni di loro è stata avanzata richiesta di archiviazione, mentre per altri è stato chiesto uno stralcio, presumibilmente per la necessità di proseguire le indagini.
L’indagine scaturita da “Athena” è stata avviata dopo la denuncia di un imprenditore minacciato da alcuni mafiosi per convincerlo a ritirarsi dalla vendita all’asta un lotto di terreni. L’attività investigativa dei militari dell’Arma, ha permesso di portare alla luce oltre alle dinamiche criminali del gruppo Morabito, anche gli interessi dell’organizzazione nel controllo sistematico delle aste giudiziarie di immobili fra Catania e Siracusa. Fonte “La Sicilia”
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