Una lite per motivi tutto sommato futili e forse anche, come sospettano gli inquirenti, l’acredine maturata a causa di anni di convivenza difficile, sono state causa ieri a Randazzo di un tentato omicidio. Sebastiano Lupica Rinato, fino a ieri un tranquillo bracciante agricolo di 58 anni residente a Flascio, piccola frazione di Randazzo dedita soprattutto all’agricoltura ed alla zootecnica, ha colpito con una piccozza alla testa il nipote Armando Sebastiano Salvà di 35 anni, che ora lotta fra la vita e la morte all’ospedale Cannizzaro di Catania. A provocare il gesto violento e sconsiderato, a sentire gli inquirenti che stanno indagando sulla vicenda, sarebbe stata l’ennesima lite fra i due. Sembrerebbe, infatti, che Salvà abbia lasciato una macchina agricola in sosta all’ingresso di un terreno di proprietà dello zio, che ieri mattina indispettito ha rimproverato il nipote, chiedendogli di spostare subito il mezzo. La risposta del nipote non sarebbe stata accondiscendente, anzi pare che i due abbiano cominciato a litigare verbalmente fino a quando il nipote non si sarebbe avvicinato allo zio intento a saldare la ringhiera esterna della sua abitazione. Lupica teneva in mano la piccozza, ed in uno scatto d’ira ha sferrato un colpo al nipote, colpendolo con la parte tagliente e quindi più larga in testa. Il giovane è immediatamente caduto a terra in una pozza di sangue senza dare segni di vita. A vedere la scena la moglie e la madre della vittima che abita a pochi metri dal luogo dove è avvenuta l’aggressione. Così le due donne si sono subito precipitate per dare aiuto al malcapitato, ma quando hanno visto il giovane riverso a terra, una delle due ha afferrato la stessa piccozza e colpito al braccio l’aggressore. L’uomo si è reso conto della gravità del gesto e si è rifugiato in casa chiudendo bene la porta, anche per sottrarsi ai propositi di vendetta delle due donne che hanno cominciato a lanciare sassi verso l’uscio di casa urlando al parente di uscire di casa. Ovviamente, sono stati avvertiti i carabinieri della stazione di Randazzo che giunti sul posto hanno in poco tempo ricostruito la vicenda. Arrivata anche l’ambulanza del 118, il medico si è reso subito conto della gravità delle condizioni del giovane, che mostrava un profondo taglio alla zona frontale del capo. Per questo motivo si è trasferito il paziente con l’elicottero dell’elisoccorso all’ospedale Cannizzaro di Catania, dove è stato sottoposto a un difficile intervento chirurgico nel reparto di neurochirurgia. Lo zio, invece, ha atteso in giardino l’arrivo dei carabinieri che hanno recuperato la piccozza ancora intrisa di sangue e condotto l’uomo in caserma. Qui l’aggressore avrebbe giustificato il suo comportamento dicendo di avere avuto paura di essere aggredito e picchiato dal nipote e di aver agito come per riflesso nel tentativo di difendersi. Non sarebbe la prima volta, infatti, che Armando scenderebbe in discussioni con gli zii che finiscono per sfociare in rissa. Già due anni fa un altro zio è finito in ospedale dopo un litigio molto simile a quello che si è verificato ieri ed i carabinieri comunque descrivono un rapporto conflittuale fra la vittima e parte del resto della famiglia. Nonostante ciò la reazione di Lupica è stata palesemente sproporzionata alla possibile offesa che comunque va dimostrata. Così i carabinieri hanno arrestato l’uomo con l’accusa di tentato omicidio e dopo averlo fatto visitare al braccio colpito con la piccozza, lo hanno trasferito nel carcere di piazza Lanza. Le notizie che giungevano in tarda serata dall’ospedale non erano buone, con la prognosi che rimane rigorosamente riservata. Il paziente, infatti, dopo l’intervento chirurgico sarebbe stato trasferito nel reparto di rianimazione in stato di coma. FONTE “LA SICILIA” del 22-09-2007 n