La motivazione è quella classica per antonomasia. Intere generazioni di studenti, infatti, hanno scioperato perché i termosifoni nelle classi non erano accesi. Quello proclamato ieri dagli studenti dell’Istituto “Enrico Medi” però non può essere certo catalogata come una semplice “scusa” per “marinare” un giorno di lezione. Lo dimostrano diversi aspetti. Il primo è che ci troviamo a Randazzo, a 750 metri sul livello del mare, dove le temperature in alcuni momenti della giornata sono realmente rigide. Il secondo, forse ancora più importante, la saggezza dimostrata dai ragazzi che ieri, constatando come i termosifoni fossero ancora freddi, invece di lasciare immediatamente l’istituto e dedicarsi al divertimento, hanno chiesto con caparbietà di essere ricevuti dalla dirigente Maria Grazia Miano, per conoscere dalla fonte più certa e autorevole, i motivi che impedivano il funzionamento dell’impianto di riscaldamento. «Con tutta la buona volontà – affermano alcuni studenti – è difficile mantenere concentrazione e attenzione quando in aula le temperature sono così fredde. Poi siamo certi che la salubrità degli ambienti scolastici è un nostro diritto. Ringraziamo la dirigente dell’Istituto per averci ricevuto».
E dal cordiale colloquio con la dirigente i ragazzi hanno capito perché i termosifoni sono spenti. «Bisogna perfezionare una voltura – continuano a spiegarci – Ma ci è stato promesso che a fine settimana, massimo lunedì, i termosifoni saranno accesi. Di conseguenza non ha più senso scioperare. Si torna in classe». «Gli studenti – conferma la preside Miano – hanno potuto ascoltare direttamente il funzionario della Città metropolitana. Poi insieme abbiamo deciso che era opportuno riprendere le lezioni. Ho apprezzato il modo responsabile con cui hanno deciso di affrontare il problema». Ovviamente i ragazzi sperano che la promessa venga mantenuta. In caso contrario lunedì sono nuovamente pronti a “incrociare le braccia”. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 20-11-2024