Un passaggio fra due poderi dediti al pascolo conteso e la rabbia maturata da tempo fra due allevatori ieri mattina si è trasformata in tragedia nelle campagne fra Bronte e Adrano. Pietro Santangelo, un allevatore pregiudicato di Adrano di 66 anni, ha colpito a morte con un colpo di una vecchia pistola calibro 7,65, Sebastiano Taguali Conti di 62 anni, anch’egli pastore. L’episodio è accaduto di buon mattino nelle campagne di “Pietra rossa”. I due hanno cominciato a discutere se era giusto far passare o meno gli animali da una stradella che uno dei due allevatori riteneva di dover chiudere. La discussione si è quasi subito inasprita fino a quando Pietro Santangelo non ha estratto la pistola dalla giacca e sparato un unico colpo al petto del rivale. In campagna c’era anche il figlio della vittima che, mentre l’assassino di dileguava, ha preso in braccio il padre sanguinante, lo ha caricato sulla sua grossa jeep e ha tentato di raggiungere a gran velocità il primo ospedale. Il padre però era stato colpito mortalmente e il giovane, dopo aver corso alla disperata per le polverose strade di campagna, attraversando il ponte sul Simeto che immette sulla provinciale 94 Adrano – Bronte, si è accorto che il padre era morto. Così si è fermato, parcheggiando l’auto. Sul posto sono arrivati gli uomini del 118 e i carabinieri coordinati dal comandante della Stazione di Bronte. I medici hanno accertato che per l’uomo ormai non vi era nulla da fare, i carabinieri invece si sono subito messi alla caccia dell’assassino. Sul posto è arrivato pure un elicottero dei carabinieri che ha pattugliato metro per metro il territorio alla ricerca dell’allevatore. Altri carabinieri, invece, sono andati a casa sua ad Adrano, cercandolo in tutti i luoghi, in paese ed in campagna, dove l’uomo si poteva nascondere. Vistosi accerchiato da un enorme spiegamento di forze, l’allevatore ha deciso di costituirsi, presentandosi spontaneamente al Commissariato di Pubblica sicurezza di Adrano. Da sottolineare la sinergia fra carabinieri e Procura della repubblica che ha permesso la conclusione in tempi record delle indagini. Dopo l’arresto l’allevatore è stato condotto nella Compagnia carabinieri di Randazzo, dove il magistrato lo ha interrogato. Si tratta di un pregiudicato ben conosciuto dalle forze dell’ordine.A suo carico, infatti, una lunga sfilza di reati che lo hanno visto in passato finire in carcere per omicidio doloso, rapina con lesioni e sequestro di persona, oltre a porto abusivo di armi. Anche la vittima in passato ha avuto qualche problema con la giustizia: Conti Tagliali, infatti, in passato è stato denunciato per favoreggiamento, porto abusivo di armi e pascolo abusivo.
L.S. Fonte La Sicilia 23-09-2007