Quando, alle 13,48 di ieri, la sirena del Santuario del Carmelo ha suonato 3 volte, tutta la cittadina ha tirato un sospiro di sollievo. Era l’annunciato segnale che i 2 ordigni bellici venuti alla luce nel vivaio nei pressi del cimitero e vicino la Basilica di Santa Maria non facevano più paura, disinnescati dagli artificieri dell’esercito italiano, in forza al 4° Reggimento Genio Guastatori di Palermo. Fino ad allora però Randazzo è rimasta tutto il tempo con il fiato sospeso, con 1300 persone costrette a lasciare la propria abitazione e mettersi in sicurezza oltre i tanti posti di blocco istituiti dalle forze dell’ordine. Già, perché, se la bomba rinvenuta nel vivaio destava relative preoccupazioni, l’altra aveva la spoletta innescata ed era considerata pericolosa. Per questo i militari hanno predisposto una speciale camera di espansione nei pressi della Basilica per contenere eventuali effetti dell’esplosione. Poi, con l’ausilio di avanzati sistemi robotizzati in dotazione all’esercito, gli ordigni sono stati prima resi inerti sul posto e successivamente trasportati in una cava appositamente attrezzata per la distruzione finale. Immaginate la gioia quando è arrivata la notizia che tutto era andato bene nel centro di coordinamento allestito nel Coc (Centro operativo comunale), messo a disposizione dalla Commissione straordinaria (Caliò, Gambadauro e Giusti) che al momento guida il Comune.
Non è la prima volta a Randazzo che scavi riportano alla luce pericolosi ordigni bellici. La città, infatti, durante il secondo conflitto mondiale fu pesantemente bombardata. Non a caso Salvatore Nicolosi nel suo libro “La Guerra a Catania” scrive: «Randazzo subì un assedio implacabile e distruttivo. Secondo notizie di fonte americana, Randazzo fu colpita complessivamente dalle incursioni di 425 bombardieri medi, 249 bombardieri leggeri e 72 cacciabombardieri». Poi riportando un intervento del prof. Salvatore Agati aggiunge: «Dal 18 al 23 luglio entrarono in azione le fortezze volanti statunitensi che, da un’altezza di 3000 metri, bombardarono a tappeto il centro abitato». E quella ritrovata nei pressi della Basilica è proprio una di quelle bombe sganciate dalle “Fortezze” volanti. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 13-04-2025











