Un successo nei numeri e nell’organizzazione, ma purtroppo la solita assenza o “leggera presenza” delle Istituzioni che dovrebbero garantire chi organizza un evento che porta in Sicilia atleti, accompagnatori e soprattutto tanta visibilità a COSTO ZERO. Infatti, a sentire gli organizzatori della “Borbonica Cup 2025”, un trofeo per Mountain Bike che ormai è diventato di caratura Internazionale, con 5 gare divise tra Sicilia, Puglia, Campania, Calabria e Basilicata, spesso le istituzioni preposte (Regione, Comuni, Parchi), danno le autorizzazioni richieste molto tempo prima all’ultimo istante, non permettendo una regolare calendarizzazione. Del resto, ultimamente la Sicilia si è distinta in questo, penalizzando tantissimo il ciclismo e i suoi tifosi, con il mancato accordo per il Giro d’Italia professionisti e soprattutto il Giro di Sicilia, scomparso dal calendario ciclistico a favore del Giro dell’Abruzzo. La Sicilia, che spende e spande milioni per feste e festini o eventi poco seguiti, non ha i soldi per sponsorizzare eventi di caratura Internazionale che hanno un seguito sia dal vivo che sui media, di livello mondiale, regalando la vetrina alla regione Abruzzo che invece investe in questo. Ma torniamo alla Borbonica Cup, che ha portato a Randazzo quasi 500 atleti, nonostante due brutte giornate per le condizioni meteo. Atleti provenienti da diverse Regioni (anche dal Trentino), con tutti i posti letto di Randazzo, Maletto, S. Domenica Vittoria pieni, e tanti altri che hanno soggiornato a Bronte, Floresta e persino a Linguaglossa e Castiglione di Sicilia. Ottimi introiti per il territorio che al contrario non ha investito sull’evento con incassi a costo zero. A Randazzo abbiamo intervistato Syria Magro, giovane ma decisa presidente della Asd Bike 1275, tra i fondatori della Borbonica Cup e organizzatrice della tappa di Randazzo al Parco Sciarone.
La Borbonica oltre che il ciclismo parla anche di cultura e storia? “Noi abbiamo promosso anche delle iniziative culturali e gastronomiche, ma ad eccezione della Regione Puglia nessuna delle altre Regioni ci ha risposto. Già dal prossimo anno stiamo cercando di allargare gli orizzonti, con l’inserimento di contest storici e la partecipazione di persone che spieghino ai ragazzi la particolarità dei nostri territori”. Perchè è nata la Borbonica? “La Borbonica è nata per dare delle possibilità a chi corre nel sud Italia, dove le gare di un certo livello, sono pochissime rispetto al nord, e spesso gli atleti sono costretti a rinunciare alla partecipazione, per mancanza di coperture finanziarie, Il nostro progetto è nato per dimostrare che anche al sud possiamo crescere. ma la nostra è anche stata un provocazione contro un movimento ciclistico che al sud era assente, e che oggi, invece, è ben rappresentato sia con alcune gare tra cui la Borbonica, sia dal punto di vista della Federazione che con le recenti elezioni ha finalmente un Consiglio che rappresenta tutta l’Italia e non solo il nord com’era prima”. Nell’era Green, la Mountain bike può essere uno sport sostenibile per Parchi ed aree protette? Purtroppo devo dire che spesso si crea grande confusione. Dobbiamo prima capire cosa intendiamo per sostenibile, un parco fruibile in cui si piantano nuovi alberi e ci si prende cura di ciò che si ha oppure un’area chiusa che per essere preservata non deve avere presenze umane? La mia risposta è il rispetto e la fruizione, del resto noi stessi lo dimostriamo con le nostre gare, un’area chiusa non serve a nessuno e non rappresenta la sostenibilità”.
Infine cosa ha portato la Borbonica a Randazzo e cosa può portare in Sicilia? “Nonostante il maltempo di domenica, sono stati tanti i partecipanti alla gara, ma il nostro successo è stato quello di portare oltre 200 bambini a gareggiare il sabato, grazie ad un capillare lavoro che si sta svolgendo nelle scuole di ciclismo della provincia di Catania, per accrescere una sana cultura sportiva. A Randazzo ha portato decine di persone per il secondo anno consecutivo. Alla Sicilia può portare tanto perché la Borbonica non ha una tappa fissa, ma può disputarsi in qualsiasi paese che garantisca un buon percorso e una buona logistica. Inoltre in termini di visibilità del territorio può dare tantissimo, ma serve una maggiore coesione tra l’organizzazione e gli enti preposti, che spesso sono assenti. Chi investe sul territorio, senza chiedere soldi o chissà che, deve avere la possibilità di programmare per tempo e con serenità”.


