Undicimila chili di pistacchi provenienti dall’Iran sono stati sequestrati dai carabinieri del Nas. Il provvedimento è scattato nel corso di un controllo nei locali di una ditta dolciaria. I militari ritengono che il carico – che sarà adesso sottoposto ad analisi – appartenga ad una partita non utilizzabile per le produzioni alimentari.
Fonte “Lasiciliaweb”
SEGUE CON L’ARTICOLO DE “LA SICILIA” DEL 30-01-2009
BRONTE QUEL PISTACCHIO VENIVA DALL’IRAN E FORSE ERA TOSSICO
Non c’è più da fidarsi nemmeno dei dolci al pistacchio fatti a Bronte se consideriamo che proprio negli scorsi giorni, in un’azienda dolciaria ubicata nella “patria mondiale del pistacchio”, i Nas dei carabinieri hanno sequestrato a scopo cautelativo 11 tonnellate di pistacchi sgusciati provenienti, non dalle falde dell’Etna, bensì dalle montagne del lontano Iran. E chi l’avrebbe mai immaginato? Il sequestro è stato effettuato perché forte era il sospetto che la merce appartenesse a un ben più consistente carico di pistacchi similari, arrivato in Italia dalla Persia, sequestrato negli scorsi giorni in Emilia Romagna, che risultò non utilizzabile nelle produzioni alimentari perché contaminato da aflatossine, che sono un tipo di muffe altamente tossiche per la salute dell’uomo. Un campione della frutta secca sequestrato a Bronte sarà sottoposto ad analisi di laboratorio per accertare l’eventuale rispondenza ai parametri di legge e l’eventuale livello tossico. Le aflatossine sono tossine prodotte principalmente da due tipi di muffe, l’Aspergillus flavus ( solo alcuni ceppi) e Aspergillus parasisticus ( quasi tutti i ceppi), e appartengono alla più vasta categoria delle micotossine. Le aflatossine sono tossine potenti, cancerogene, mutagene e immunodepressive. Se i sospetti dei Nas risultassero fondati, c’è da augurarsi almeno che il fenomeno del pistacchio alle aflatossine rimanga isolato e ristretto a una sola industria dolciaria del luogo, giusto per salvaguardare l’onorato nome del pistacchio di Bronte e dei produttori del luogo, protagonisti oltretutto dell’economia del comprensorio. BRONTE è la capitale. Con oltre tremila ettari in coltura specializzata, Bronte è l’area di coltivazione principale in Sicilia ( più dell’80% della superficie regionale), tanto da rappresentare la principale risorsa economica del territorio. Eppure il pistacchio di Bronte non può fregiarsi ancora del marchio IGP, nonostante la richiesta del Consorzio di produttori del pistacchio sia stata avanzata da tempo all’Unione Europea.
Fonte “La Sicilia” del 30-01-2009