Dalla protesta verbale alla carta bollata. Dopo aver atteso invano che fossero eliminati del tutto gli odori nauseabondi provenienti dal depuratore delle acque reflue di contrada Ciaramella, il signor Domenico Pagano, proprietario di un appezzamento di terreno sito nei pressi dell’impianto, ha deciso di rivolgersi alla magistratura, inviando un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania. Nell’esposto presentato, Pagano ricostruisce un po’ la storia del depuratore, fa presente che è stato costruito in «una località a forte vocazione agricola», dove insistono aziende per la produzione di olio, vino e frutta, dove centinaia sono i magazzini e le case di abitazione degli agricoltori e che l’impianto non è servito da acqua corrente: «Il più delle volte – scrive Pagano – siamo costretti ad interrompere i lavori e chiuderci in casa o rientrare in paese, per l’insopportabile odore. Nel periodo estivo poi si è notato un notevole incremento della presenza di insetti e mosche». In effetti Pagano, da tempo, si chiede se respirare per ore il cattivo odore nuoccia alla salute, oltre al fatto che questa situazione gli ha creato un danno patrimoniale: «Se oggi volessimo vendere i nostri terreni e le nostre case per spostarci altrove – infatti scrive – non troveremmo alcun acquirente disposto all’acquisto». All’esposto sono state allegate le lettere inviate alle varie autorità ed un elenco firmato dei proprietari della zona.
Gaetano Guidotto fonte “La Sicilia” del 09-02-2009