Ammontano a 2 milioni e 453 mila euro i danni provocati dalla piena del fiume Simeto che il 21 gennaio scorso inondò centinaia di ettari di terreni dediti a frutteti ed aranceti, allagando un intero vivaio ed alcune case rurali. Ma ce ne vorranno almeno altri 3 milioni per effettuare quei lavori necessari a ridurre i rischi esondazione. Sono le somme calcolate dall’ing. Salvatore Caudullo, dirigente dell’Ufficio tecnico e della Protezione civile del Comune di Bronte, e comunicate al Dipartimento regionale della Protezione civile. Nel quadro riepilogativo si evince chiaramente come il Comune abbia già speso 53 mila euro per quegli interventi urgenti, ma soprattutto che ben 23 attività economiche produttive abbiano subito danni e 20 abitazione siano state allagate dalla piena. “Le cifre – ci dice il sindaco Pino Firrarello – ci danno la misura della gravità di un fenomeno che gli agricoltori hanno immediatamente definito strano ed eccezionale. Centinaia di alberi da frutto dovranno essere tagliati perché inondati dall’acqua e quasi sepolti dal fango con grave danno economico. Oltre a ciò – continua il sindaco – credo sia arrivato il momento di costruire argini più sicuri, perché quelli esistenti sono stati divelti come nei pressi del ponte di Pietrerosse”. “Quando mi sono recato sulle sponde del fiume la mattina dopo il nubifragio – aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici, Pippo Pecorino – non credevo ai miei occhi. Quella che fino al giorno prima era una valle prospera, era diventata una terra desolata”. Le contrade interessate dalla piena sono state 5, ovvero Barbaro, Marotta, Saragoddio, Pietrerosse e Cantera-Ariciprete. In queste zone la furia delle acque ha esoso e fatto crollare gli argini, distrutto gli attraversamenti, abbattuto le recinzioni e ricoperto di detriti e fango le coltivazioni. Gli impianti di irrigazioni sono stati trascinati dalla corrente, con gli agricoltori che sostengono che gli alberi sepolti non produrranno frutti per anni. Il danno economico di conseguenza non si limita ad una sola stagione. Per ridurre i rischi esondazione, invece, bisognerà rifare nuovamente gli argini e ripulire l’intero argine del fiume. Un lavoro lungo e costoso che secondo l’ufficio tecnico di Bronte non potrà durare meno di 2 anni, ma che è diventato necessario per restituire la valle del Simeto alla produzione della frutta.
L’Ufficio Stampa