Il ministero della Salute avvia una ricognizione sui potenziali fabbisogni “in ambito salute” dei territori e chiede alla Regione siciliana di relazionare. Il Dipartimento regionale della Programmazione, di conseguenza, scrive ai sindaci referenti delle Aree interne, chiamati a comunicare il proprio fabbisogno. Pino Firrarello, sindaco referente dell’area interna “Etna –Nebrodi – Alcantara” non perde l’occasione, ma più che inviare una lettera di resoconto si cimenta in un vero e proprio sfogo contro quegli enti e quelle istituzioni che, a suo dire, sarebbero responsabili della grave situazione in cui versa l’ospedale. «Non posso – scrive – che esprimere tutto il mio profondo rammarico per la totale disattenzione ed indifferenza con cui altri organismi dello Stato hanno fino ad oggi operato, divenendo corresponsabili del depauperamento dei servizi sanitari. Grazie all’on. Giuseppe Castiglione l’ospedale decenni fa ha ottenuto i fondi per la ristrutturazione. I lavori sono iniziati nel 2006, ma subito sospesi perché la ditta è finita in amministrazione controllata. Nonostante gli allarmi lanciati sui media, per colpa dell’Agenzia per i beni confiscati alla criminalità, che meglio avrebbe dovuto gestire la fase post sequestro, favorendo il completamento dell’opera, dopo decenni siamo ancora in queste condizioni. Sappiate che i lavori non sono ancora ricominciati. «Di conseguenza – conclude – quale fiducia si può ancora riporre nelle Amministrazioni dello Stato». Poi Firrarello elenca le tante criticità sanitarie nel territorio.
«Qui ci vorrebbe un ospedale di base, ma ingiustamente ne abbiamo uno di zona disagiata con una sola unità operativa. L’Ortopedia è ridotta a un ambulatorio settimanale, la Chirurgia in grandi difficoltà, in Ostetricia i medici vogliono dimettersi perché vincitori di concorso altrove e la Radiologia non riesce sempre a garantire la guardia in reperibilità nelle ore notturne». Le carenze diventano drammatiche quando si parla del numero di medici in servizio: «Rispetto alla pianta organica prevista, – infatti spiega il sindaco – mancano 29 medici, cui però bisogna aggiungere i 6 specialisti della Psichiatria chiusa da tempo e inspiegabilmente non riaperta. Una situazione non più accettabile visto che negli ospedali ubicati nell’area metropolitana di Catania le piante organiche sono in esubero». E non finisce qui. Anche la medicina del territorio evidenzia lacune: «Il numero degli specialisti nel Poliambulatorio di Bronte è cresciuto, – infatti scrive Firrarello – ma i medici effettuano poche ore ogni settimana con il risultato che le liste d’attesa diventano così lunghe da rischiare di rendere vano l’intero servizio. Di conseguenza chiunque debba ricevere una qualsiasi prestazione sanitaria rischia di dover attendere per parecchi mesi». Alla fine per Firrarello c’è una sola cosa da fare: «È fondamentale e urgente – conclude – una totale rivisitazione dei servizi sanitari e ospedalieri, al fine di garantire il diritto alla salute dei cittadini residenti, diritto sancito anche dalla nostra Costituzione». Fonte “La Sicilia” del 08-06-2023