Un tempo, nei piccoli Comuni, quando arrivava il postino era festa. Portava le lettere dei cari costretti a emigrare e spesso le leggeva pure. Era considerato un amico sincero di grande aiuto. Oggi il suo impegno non è diverso, ma di lettere se ne scrivono molte di meno e con parenti e amici ci si sente con un click anche se si è a migliaia di chilometri di distanza. La pandemia ha restituito ai portalettere di Poste Italiane quel volto pronto ad aiutare, che in verità c’è sempre stato. Oggi i postini in tutta la Sicilia, fra una consegna e l’altra, infatti, aiutano chi è in difficoltà a prenotare il vaccino anticovid. Un’esperienza per molti dal grande valore umano e dall’altrettanto considerevole valenza sociale, perché la ricerca degli ultimi indecisi viaggia di strada in strada e attraverso il passaparola. Noi abbiamo ascoltato l’esperienza di Mauro Toscano, portalettere brontese in servizio per Poste Italiane che in prima persona è entrato in contatto col virus, pronto a raccontare la propria storia ai concittadini e agli abitanti e clienti della vicina Randazzo. Mauro ha 36 anni e dal 2015 lavora presso il centro distribuzione di Bronte. Quando nel marzo dello scorso anno ha avuto inizio la pandemia, Mauro era tra i portalettere che hanno continuato a lavorare in un periodo in cui uscire di casa era considerato un pericolo.
«Durante la fase del lockdown – ricorda – giravo per le strade deserte incrociando solo altri addetti ai servizi essenziali». Per Mauro la maggiore preoccupazione era proprio l’assenza iniziale di informazioni sul Covid. «Giro tanto per lavoro – precisa – non solo a Bronte e Randazzo, ma anche Maletto, Maniace, Cesarò, San Teodoro. E in tutti questi paesi le persone più spaventate erano soprattutto gli anziani. Mi guardavano arrivare dalle finestre chiuse e con i guanti spruzzavano disinfettante sui pacchi, soprattutto quelli provenienti dalla Cina». Poi, a ottobre 2020, Mauro entra in contato con il virus. Per un mese deve assentarsi dal lavoro. «Ricordo come fosse ieri – racconta ancora turbato – la telefonata di mia moglie mentre ero in servizio. Mi avvisava che una parente stretta si era sentita male e le avevano fatto il tampone con esito positivo. Anche se in ufficio avevamo sempre usato tutte le precauzioni, ho allertato i colleghi che per fortuna sono risultati negativi. Noi ce la siamo cavata con sintomi non gravi: febbre, tosse e qualche dolore articolare prima di negativizzarci».
In quel periodo il vaccino non era ancora pronto. Per la famiglia di Mauro, a partire dall’anziana parente, la prima dose è arrivata appena disponibile, all’apertura dei target per età. «Questa esperienza mi ha segnato, anche sul lavoro – ammette – perché oltre a recapitare la posta sento il dovere di assolvere a un altro compito ossia quello di rendere disponibile il vaccino a più gente possibile». I portalettere di Poste Italiane, attraverso il dispositivo palmare in dotazione, possono infatti prenotare ai cittadini gli appuntamenti per la prima dose. Loro, infatti, rappresentano uno dei canali che l’azienda ha messo a disposizione in Sicilia insieme alla piattaforma web prenotazioni.vaccinicovid.gov.it, al call center 800.009.966, agli Sms al numero 339.9903947 e alla rete degli sportelli Atm Postamat. «Ho iniziato con i miei genitori e pian piano, tramite il passaparola in paese, diverse persone in questi mesi si sono rivolte a me e ai miei colleghi per il vaccino. La Sicilia per molto tempo è stata il fanalino di coda per somministrazioni ma alla luce dei numeri sui contagi in calo anche nella nostra Isola, sono fiducioso che riusciremo a uscirne, – conclude Mauro – soprattutto se ognuno di noi farà la propria parte». Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 09-10-2021