ADRANO. Quasi dieci mesi di indagine, per raccogliere elementi, prove inconfutabili, per riuscire a ricostruire nei dettagli una storia di abusi sessuali che, secondo gli investigatori, sarebbe andata avanti per diverso tempo, forse anni. Atti sessuali con uno studente, disabile psichico, all’epoca dei fatti minorenne. E’ questa la grave accusa, formulata dalla Procura distrettuale di Catania nei confronti di un insegnante di 66 anni, arrestato ieri mattina nella scuola nella quale lavora, il I circolo didattico “Sante Giuffrida” di Adrano. Un’operazione, quella condotta dagli agenti della Polizia postale di Catania e dai carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia che non è passata inosservata. Gli investigatori sono arrivati al “Sante Giuffrida” poco dopo le 8 di ieri mattina; cercavano l’insegnante. La loro presenza è stata subito notata dai genitori degli studenti. Poi la notizia dell’arresto e anche a scuola è scattato il panico. I fatti contestati al docente, però, non sono maturati in questa scuola. Nei dettagli tutto comincia lo scorso mese di febbraio quando alcuni studenti con grande senso di responsabilità e coraggio (lontano dunque dallo stereotipo del giovane strafottente e omertoso), dopo aver visto alcune foto di approcci espliciti di un loro compagno con un uomo, conservate nel telefonino della vittima, hanno informato i carabinieri della Stazione di Santa Maria di Licodia, nel catanese, con l’indagine subito fatta partire d’ufficio dai militari dell’Arma. I carabinieri senza destare sospetti, hanno cominciato a scavare, a raccogliere dettagli utili a capire i contorni di questa turpe storia. E proprio gli studenti sono stati ascoltati dal Pubblico ministero, con loro anche altre persone, ritenute utili alle indagini. L’ultima tranche dell’attività investigativa è stata affidata alla Polizia postale, per gli accertamenti tecnici, in particolare nel recuperare alcune foto compromettenti dal telefonino della vittima che erano state cancellate. Sempre gli agenti della Polizia postale hanno, inoltre, eseguito una perquisizione locale ed informatica nei confronti dell’indagato. A conferma dei pesanti elementi raccolti il Gip del Tribunale di Catania ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, con l’uomo destinato agli arresti domiciliari. A scuola, intanto, ieri pomeriggio si è tenuta una riunione cui hanno partecipato i docenti, i rappresentanti di classe e la dirigente del I circolo, la professoressa Loredana Lorena. I genitori hanno evidenziato di avere paura, temono per i loro figli ed hanno affermato di esser pronti a non far entrare i bambini in classe per le lezioni. Chiare le loro richieste: si vuole l’installazione di telecamere di sicurezza all’interno della struttura scolastica per un controllo costante degli alunni. A nulla sono valse le rassicurazioni della dirigente che ha evidenziato come i fatti contestati nell’indagine non sono relativi alla scuola. La paura per loro resta. Il docente è descritto come una persona perbene, dalla vita impeccabile; impossibile legarlo ad un simile avvenimento. Ed intanto anche il popolo dei social si scatena. Su facebook sono stati centinaia i commenti di condanna per un fatto ritenuto intollerabile. Abusare di uno studente tra l’altro anche disabile è un fatto abominevole. Mary Sottile Fonte “La Sicilia” del 09-11-2016