ADRANO (CATANIA) – Un omicidio di mafia ordinato per consumare una vendetta e imporre la forza di un gruppo criminale che non vuole cedere lo scettro del potere. È una delle piste che la polizia privilegia nelle indagini sull’omicidio di Nicolò Leotta, 57 anni assassinato in un agguato mafioso ieri sera poco prima delle 20 dinanzi ad una sala da barba ad Adrano, centro agricolo a 40 chilometri dalla città. Due sicari in sella ad una moto e con il volto coperto da caschi integrali hanno fatto fuoco con una calibro 7.65 esplodendo sette colpi, cinque dei quali hanno colpito la vittima, bracciante agricolo in pensione, incensurato. L’uomo era il padre di Antonino e Alfredo Liotta, di 34 e 35 anni: i due sono stati arrestati il 17 ottobre dell’anno scorso nel corso dell’operazione Meteorite. Il blitz della polizia scattò nei confronti di nove persone accusate di organizzare un omicidio contro l’esponente di una cosca rivale. E tra i destinatari del blitz, oltre ai fratelli Liotta, c’era anche l’ex pentito Giovanni Pellegriti, che dopo avere scontato una condanna per mafia si trovava agli arresti domiciliari dai quali, secondo l’accusa, stava invece riorganizzando il clan. Indagini sono in corso per verificare se esistono collegamenti con altri agguati di mafia avvenuti, tra il 2006 e quest’ anno, tra Adrano e il vicino paese di Bronte. Le indagini della polizia sono coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia della procura della Repubblica di Catania.