Si ritorna a parlare di sfiducia al sindaco Angelo D’Agate, ma questa volta nei termini previsti dalla legge (dopo due anni dall’inizio del mandato del primo cittadino) e soprattutto con tanto di mozione presentata in Consiglio comunale. È accaduto a sorpresa nella seduta del Consiglio di lunedì e sono ben 14 le firme sull’atto che potrebbe interrompere con due anni di anticipo il mandato del sindaco Angelo D’Agate e nel contempo quella dei 24 consiglieri comunali. Come detto 14 i consiglieri che hanno già firmato la mozione, ne occorre solo un altro per raggiungere quota 15, il numero necessario per sfiduciare il sindaco, e il 15° consigliere non avrebbe firmato solo perché lunedì non era in aula perché fuori Adrano per motivi di lavoro. Insomma rischia veramente di essere sfiduciata l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco D’Agate eletto nel giugno del 2018. Questi i 14 consiglieri che hanno sottoscritto la mozione, tra i quali c’è anche il presidente del Consiglio comunale, Aldo Di Primo, gli altri 13 sono: Carmelo Pellegriti, Agatino Perni, Paolo Politi, Federico Floresta, Maria Grazia Ingrassia, Angela Branchina, Salvatore Coco, Carmelo Santangelo, Samuele Avellino, Giuseppe Rapisarda, Angela Chiara, Gloria Stancampiano e Irene Cinardi. A questi dovrebbe aggiungersi anche Aurelio Verzì, in linea con il Si alla mozione, come gli altri componenti del suo partito, l’Udc.
La mozione dovrà adesso essere inserita all’ordine del giorno del Consiglio e questo dovrà avvenire non prima di dieci giorni e non oltre trenta dalla sua presentazione; si preannuncia, dunque, un mese di marzo “caldissimo” per il sindaco Angelo D’Agate, il mese che potrebbe segnare la fine della sua esperienza amministrativa. Eletto al ballottaggio in una coalizione di area di Centrosinistra con il 63.61% dei consensi, il sindaco Angelo D’Agate non ha mai avuto una maggioranza in Consiglio comunale, infatti ha potuto contare sul sostegno di soli 5 consiglieri comunali su 24. Nella motivazione della mozione, i consiglieri firmatari parlano di «totale fallimento amministrativo, che sta di fatto, compromettendo irreparabilmente la tenuta sociale dell’interna comunità adranita». SALVO SIDOTI Fonte “La Sicilia” del 03-03-2021