In un clima surreale per una finale, in cui l’assenza del pubblico è stata colmata da “spettatori virtuali” che sventolavano delle bandierine (coreografia realizzata tramite una grafica virtuale), il Napoli si aggiudica la 73esima edizione della Coppa Italia. Un match che ha dimostrato lo stato di forma non ancora ottimale delle due squadre, sembrate indietro di condizione dopo i tre mesi di stop forzato. Il primo tempo non riserva alcuna emozione, se non fosse per il palo colpito da Insigne su punizione e un’occasione capitata a Demme sventata da Buffon. Ritmi blandi e compassati caratterizzano anche il primo quarto di ripresa e i due allenatori provano a spezzare l’equilibrio pescando dalla panchina. È il Napoli che però si rende più pericoloso: Milik ha una buona occasione ma la spreca calciando alto col destro, Politano impegna Buffon di testa.
La Juventus è impalpabile e distratta e la dimostrazione di ciò è il calcio d’angolo regalato da Bernardeschi al 91° sui quali sviluppi Buffon è costretto a fare gli straordinari, prima sul colpo di testa di Maksimovic, poi sulla conclusione ravvicinata di Elmas, che il portiere juventino devia sul palo. Al termine dei 90 minuti, secondo le norme eccezionali emanate per questa edizione, si va direttamente ai rigori. La Juve sbaglia subito i primi due (Meret intuisce su Dybala, Danilo spara alto), i partenopei sono perfetti dal dischetto e al goal di Milik possono festeggiare la sesta Coppa Italia della loro storia. Grande gioia e commozione per gli azzurri, in particolare per Callejon, all’ultima stagione in azzurro, e per mister Gattuso, che qualche settimana fa ha perso la sorella. Per la Juventus è la seconda finale persa quest’anno dopo la Supercoppa contro la Lazio. GIANLUCA RUFFINO