Un provvedimento sindacale, secco e stringato. Un’apertura parziale, che non risolve certo in maniera definitiva la delicata questione, ma che, quantomeno, concede una tregua e un tempo di riflessione. Per trovare, si spera sempre, una soluzione definitiva. Il provvedimento sindacale è quello che ieri ha firmato il sindaco di Cesarò, Salvatore Calì, per prorogare di un anno, scadenza il 31 dicembre del 2020, la concessione all’impresa Bacco del secondo capannone che l’azienda di Claudio Luca sta utilizzando per la produzione di panettoni e dolci al pistacchio che esporta in tutto il mondo. Il caso della revoca della concessione, che era stata comunicata nei giorni scorsi alla Bacco da parte dell’amministrazione di Cesarò, era stata raccontata da Claudio Luca al nostro giornale, sottolineando l’enorme rischio che l’azienda correva nel dovere rinunciare a quel secondo insediamento nell’area artigianale del comune dei Nebrodi. La Bacco, infatti, dopo avere scelto Cesarò e quella zona artigianale che era da anni abbandonata al suo destino, aveva visto crescere nel tempo la sua produzione e il suo fatturato, investendo notevoli cifre nella ristrutturazione del primo capannone avuto in affitto per 20 anni dal Comune. E qualche anno fa aveva chiesto e ottenuto dal Comune l’affitto del secondo capannone, ampliando la sua attività e procedendo ad altre assunzioni. Da quando l’operazione andò in porto, però, la Bacco non è riuscita ad avere dal Comune la concessione ventennale, anzi qualche settimana fa, nonostante le sei manifestazioni di interesse inviate dall’azienda all’amministrazione, era arrivata la notizia, verbalmente, della revoca della concessione e l’intimazione a lasciare libero il capannone entro il 31 dicembre, cioè oggi.
Dopo l’allarme di Bacco, il sindaco Calì, anche stavolta informalmente, ha precisato che la decisione del Comune era legata a procedure che imponevano un bando di gara pubblico per ottenere la concessione del capannone. Era intervenuto anche l’assessore regionale alle Attività produttive, Turano, che aveva annunciato la convocazione delle due parti per cercare, nel pieno rispetto delle regole, ovviamente, una soluzione che non penalizzasse un’azienda in piena crescita e, di conseguenza, un territorio (e, diremmo, un’intera regione) che non può permettersi per ragioni spesso esclusivamente burocratiche, di vedere penalizzate imprese che rappresentano una vera e propria eccellenza nel mondo e un’opportunità straordinaria per il tessuto economico siciliano. Ieri la firma del provvedimento sindacale, che allunga di un anno la concessione, alla fine della quale, è però detto, l’azienda dovrà lasciare il capannone «senza dilazioni ulteriori». La speranza, allora, è che questo anno basti a cercare e a trovare, nel pieno rispetto delle leggi, un iter che garantisca a Bacco di potere continuare, e magari incrementare, la sua attività evitando che il guazzabuglio di leggi e normative, spesso ignorate dalle nostre parti peraltro, penalizzi questa realtà. E, alla fine, penalizzi soprattutto i siciliani, giovani in testa, che si confrontano ogni giorno di più, con un’Isola desertificata, povera e incredibilmente arida a dispetto del coraggio e della capacità imprenditoriale di chi riesce ancora a fare impresa. ANDREA LODATO Fonte “La Sicilia” del 31-12-2019